Casa Serena, tre giorni per non morire. Martedì, infatti, in Prefettura ad Imperia, il vice dottor Maurizio Gatto, attuale vice prefetto della Provincia e massimo rappresentante dello Stato, dovrà stabilire e certificare se tra Comune di Sanremo, My Home (dal 1 settembre nuova proprietaria-“affittuaria” della Rsa) e le organizzazioni sindacali Cgil, Uil, Cisl, hanno trovato finalmente l’accordo ed il totale, sicuro rispetto delle regole per tenere aperta, nella massima sicurezza gli attuali 95 ospiti (e tutti gli altri che potrebbero arrivare visto che la struttura ne può ospitare più di 160) unitamente al mantenimento del posto di lavoro dei 100, circa, dipendenti a vario titolo, in forza sino al 31 agosto scorso. In caso contrario martedì, se non venissero immediatamente garantiti i parametri di assistenza sanitaria dovuti dai nuovi proprietari, il tempo sarà scaduto. Il sindaco Alberto Biancheri, visto che My Home vorrebbe “licenziare” e/o diminuire del 50% le ore lavoro dei dipendenti mettendo in serie difficoltà la salute, la serenità, in certi casi anche la vita degli anziani ricoverati, (di fatto già da 2 settimane Casa Serena si trova in questa allucinante situazione) potrebbe essere costretto a stracciare il contratto con My Home. Chiudere Casa Serena in attesa di una soluzione ideale per garantire serenità e le dovute garanzie di assistenza sanitaria agli ospiti e alle loro famiglie. Stesso discorso e rispetto delle regole nei confronti di sanitari e dipendenti.
La Regione, il presidente Toti potrebbero essere l’ago della bilancia. Come? Visto che, purtroppo, anche quando c’è di mezzo la salute, la vita delle persene la regola principe è sempre e solo il denaro, non a caso i francesi dicono “c’est l’argent qui fait la guerre”, anche in questa brutta storia di Casa Serena stringi stringi il caos, l’equivoco, il non voler capire, rispettare le regole sono i soldi, dinero, euro, copechi, dracme, sterline, dollari che siano. Bene. E se l’attuale Direttore generale dell’Asl1, il dottor Silvio Falco, giovane ma ben collaudato manager nominato al vertice all’Asl imperiese il 20 dicembre 2020 proprio dal governatore Giovanni Toti, se i vari controlli fatti fare da suoi incaricati proprio a Casa Serena dopo la tragedia dell’anziana signora trovata morta soffocata nel suo letto, per accertarne cause ed eventuali responsabilità (sta indagando anche la magistratura), saltassero fuori responsabilità di un certo peso, alla My Home potrebbe essere sospeso, o addirittura ANNULLATO, il corposo contributo che la Regione dà proprio alle case di riposo per gli anziani. Per Casa Serena, in base a precisi parametri, si dice ammonti a 600/700 mila euro l’anno!
Il grosso problema, nel caso catastrofico di chiudere o non riuscire, anche per poco, a garantire la dovuta assistenza agli ospiti attuali, resta “il vecchietto dove lo metto“. Certamente “l’operazione-vendita” merita chiarimenti, chi ha sbagliato? Perché? Incapacità, fretta, superficialità, altro? La città, i sanremesi, gli anziani ospiti e chi potrebbe essere ricoverato in quella struttura che per 50 anni è stata gioiello e patrimonio di tutti, oltre che meritare risposte desidererebbero anche venissero presi provvedimenti. Se ci sono degli incapaci sarebbe doveroso metterli in condizioni di non fare altri danni. Insomma chi ha sbagliato lasci il posto ad altri più meritevoli.
Le notizie, non solo voci che continuano ad arrivarci dall’interno di Casa Serena riguardo la conduzione My Home, necessitano verifiche. È vero che ci sono operatori non vaccinati? È vero che mancano menù, che le diete per ricoverati a rischio, diabetici, allergici, non vengono rispettate? È vero che in cucina su prodotti le etichette non evidenziano scadenze? È vero che oggi e domani, domenica, ci sarebbe carenza di responsabili, che sarebbe in “servizio” un volontario venuto solo per aiutare? È vero che ci sono casi di abuso di professione? Ed altro. Se non si trattasse della salute e della sicurezza di persone anziane a cui dobbiamo rispetto perché sono nostri genitori, nonni, parenti, PERSONE, visto come va l’Italia si potrebbe chiudere mezz’occhio. Ma è davvero così impossibile, “proibito” cominciare a fare funzionare bene la macchina, il tricolore, chiedere a chi di dovere, alla pubblica amministrazione, maggioranza, opposizione, sindacati, Asl, Regione, partiti, gestori, uomini di legge non miracoli, ma cose normali, basilari, ovvie come rispetto, legalità, trasparenza, lealtà, impegno, giustizia per tutti. Ma davvero per tutti. Ci siamo capiti.