“Qousque tandem abutere Catilina, patienta nostra?” Fino a quando dunque, Catilina abuserai della nostra pazienza? Nella testa di Alberto Biancheri, sindaco di Sanremo, questa storica invettiva di Cicerone contro chi congiurava per sovvertire la Repubblica romana, visto le assurdità che stanno soffocando ed abbruttendo Casa Serena ed i suoi malcapitati ospiti, non mi meraviglierei fosse diventato un suo chiodo fisso. La necessaria ossessione per decidere ed agire finalmente nell’esclusivo interesse della collettività. Basta indugi. Cosa serve ancora? Non bastano le parole di Cicerone? È sufficiente cambiare il nome di Catilina con quello di Rosario Maniscalco, nuovo dominus della Rsa matuziana. Non importa conoscere o meno il latino. Ecco, tradotta con la sostituzione del personaggio, la filippica di Cicerone: fino a quando dunque, Rosario Maniscalco, abuserai della nostra pazienza. Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà (la tua) sfrenata audacia?
Domande più che lecite visto come viene trattato il sindaco Biancheri da My Home e Cooperativa Excellence, la società privata piemontese che dal 1 settembre, acquistandola dal Comune di Sanremo in maniera assai chiacchierata (pare ancora senza rogito notarile), pagandola in 10 anni con “affitto mensile” più conguaglio finale, è diventata la nuova proprietaria della struttura. Oggi ospita circa 90 anziani, ma potrebbero raddoppiare avendo a disposizione 180 posti letto. Biancheri, visto cosa sta accadendo, se vogliamo dire pane al pane com’è nostra abitudine, è stato umiliato. A torto? A ragione? Possono esserci scusanti? Si vedrà. Una cosa è certa, l’ultima gaffe commessa da Catilina-Maniscalco è pesante. Eccola: il sindaco, per fare chiarezza, avere notizie certe, manda a Casa Serena due suoi qualificati consulenti, il dott. Luca Ghiglione, responsabile della Casa di Riposo Le Palme di Arma di Taggia, e Dario Belmonte, assistente Sociale di Palazzo Bellevue. Al loro arrivo li attende l’imprevedibile, porta sbarrata, non vengono fatti entrare. Fuori! Mandati via senza tanti complimenti. Vengono chiamati dal Comune i carabinieri, che subito arrivano, ma la musica non cambia. Anche se viene violata una Legge Regionale che “affida proprio ai Comuni il ruolo di vigilanza delle Rsa”. L’ingresso dei 2 rappresentanti del sindaco non poteva essere ostacolato. Insomma, papale papale Biancheri, nonostante il nuovo ciuffo spettinato alla garibaldina, a Casa Serena conterebbe come il 2 di picche. Qui nessuno entra se non ha il mio permesso! L’ordine del Catilina del terzo millennio! Del caso si stanno interessando già gli avvocati. E i carabinieri? Come finirà, cos’hanno scritto nei verbali, i loro superiori cosa diranno?
Paradossale se si pensa e si somma a tutto quanto è già successo dal 1 settembre in poi. Eccone alcuni flash significativi: Fuori! Qui non si entra! Era già accaduto 2 volte giorni prima, sia con inviati del Comune (recidivi), sia con una delegazione sindacale Cgil, Uil, Cisl (che ha presentato denunce); la tragedia di un’anziana signora trovata morta soffocata nel suo letto all’alba; l’inchiesta della magistratura, 2 persone indagate, l’autopsia della povera ospite per conoscere le cause del decesso, ispezioni e verbali dell’ASl1 predisposte dal presidente dottor Falco; il licenziamento di decine di dipendenti, di colpo senza lavoro e senza busta paga; la Regione Liguria sul punto di sospendere il contributo annuale per le case di riposo di circa 600mila euro per Sanremo; assunzioni di stranieri contestate, alcuni non capirebbero l’italiano, ed altro ancora.
Come se non bastasse anche stamane l’Asl1 ha mandato 4 suoi tecnici ad ispezionare le cucine della struttura. Sono rimasti parecchie ore, sarebbero state riscontrate inidoneità corpose. C’erano anche i Nas? Possibile. Voci dell’ultima ora dicono che prima dell’arrivo dei controllori dell’Asl1 responsabili di Casa Serena, che giravano nella struttura, ripetevano “arriva l’Asl, arriva l’Asl. Arriva l’Asl”. Perché? Le domande sono tante, forse troppe. Sono le risposte che mancano. Perché, vista la situazione, i comportamenti, il vice prefetto, il sindaco hanno concesso alla My Home altri 10 giorni prima di agire. Per fare che? Per farsi chiudere le porte in faccia? Cosa impedisce di revocare la concessione? Cosa si aspetta ancora? Perché il contratto, se è vero, non è stato firmato? Perché nessuno, o i soliti pochi e noti, lo hanno potuto vedere? C’è qualcosa di sbagliato? Cosa? A tutto c’è rimedio o stavolta davvero la si è fatta troppo grossa? Peccati veniali o mortali? Nel mirino non ci sono solo il sindaco, gli assessori al Bilancio e all’Assistenza sociale, ma tutto l’intero consiglio comunale a partire dalla Giunta. Anche la minoranza di centro destra invece che semplici contestazioni perché non ha chiesto e non chiede sì un consiglio comunale dedicato a Casa Serena, ma pretendendo anche di votare chi vuole My Home o chi sceglie la rottura del contratto? Una cosa è certa: si è sbagliato a fine agosto, ai primi di settembre, all’ondata di ottimismo dei principali responsabili del Comune non si sono concretizzati promesse ed accordi. Vale quanto dichiarato urbi et orbi a giornalisti, media, tv, passanti dal vicesindaco ed assessore ai Servizi Sociali, Costanza Pireri a nome di tutti ed applaudita in coro. Ecco la sintesi: “Dopo 2 aste andate deserte siamo riusciti a dare Casa Serena alla My Home. Siamo riusciti a tutelare sia i dipendenti, sia gli ospiti e a mettere a disposizione 15 posti letto per 15 tra i più bisognosi della nostra città. Auguro buon lavoro alla nuova società e prometto che mi troverà sempre vicina, sempre alleata. Buon Lavoro My Home”. Augurio purtroppo non azzeccato.