Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa della Società della Cura in merito a Casa Serena.
“La vicenda di Casa Serena appare ormai disperata e disperante, per certi aspetti oscura, sbagliata nella scelta di privatizzazione e condotta malamente nel passaggio delicato dell’affidamento.
Disperata non solo per il recente trascorso del cluster di contagi per Covid-19, uno dei casi più drammaticamente rilevanti a livello nazionale, ma per il drastico ridimensionamento del personale, dei servizi e dei posti a disposizione del territorio. Una diminuzione complessiva della qualità della struttura, ingiusta ed inaccettabile.
Disperante per come emergono sempre più evidenti le trascuratezze dell’amministrazione nell’aggiudicazione della gestione, anche per le continue ispezioni della ASL1 imperiese.
Ed infine per come affiorano addirittura aspetti oscuri sulla bontà dell’operazione e sulle reali garanzie del soggetto privato, sia in termini societari che per i requisiti della convenzione. La comunità sanremese è scossa e attonita dal succedersi degli eventi e per le sorti di una residenza protetta che ha rappresentato per cinque decenni un punto di riferimento per un vasto territorio.
La vicenda di Casa Serena non è ‘solamente’ una questione amministrativa, sindacale e politica, riguarda le tante famiglie direttamente coinvolte e l’intera comunità territoriale.
Riguarda tutte e tutti coloro che riconoscono il valore di un bene sociale, non intendono lasciarlo al privato e richiedono l’annullamento dell’aggiudicazione nonché l’interruzione del processo di privatizzazione.
La questione infatti è particolarmente emblematica per come da una parte l’amministrazione comunale ha perseguito la privatizzazione, in una fase che ha mostrato tutte le responsabilità per l’impoverimento del sistema pubblico socio sanitario dopo anni di tagli, dall’altra per come è evidente che l’attuale modello socio economico non sia stato in grado di proteggere adeguatamente, la salute e i bisogni dei cittadini.
Un compito primario per un’amministrazione comunale dovrebbe essere l’organizzazione socio-sanitaria territoriale, secondo l’idea della cura di prossimità e la strategia della prevenzione. Favorendo servizi alternativi di assistenza domiciliare familiare, reti e spazi di solidarietà e protezione per tutte le fasce deboli.
Le donne e gli uomini, le associazioni e le reti che territorialmente seguono il percorso di convergenza della Società della Cura, una realtà nazionale, credono che la salute, nel senso esteso del ben vivere, sia ‘prendersi cura, preoccuparsi per’ cercando di farlo quotidianamente nella cura di se, delle persone, delle relazioni, del territorio e dei beni pubblici che non possono e non devono essere portati a profitto.
Il nostro futuro non ha prezzo!”.