Nell’ambito delle iniziative di Avvento la Caritas Diocesana di Ventimiglia-Sanremo ha organizzato due incontri su temi di stretta attualità:
- Mercoledì 5 dicembre alle ore 21,00 – presso la Curia Vescovile a Sanremo, in via Pisacane 2
“Guerra in Yemen: complici a quale prezzo?”
Interverranno Cinzia Guaita, del Movimento dei Focolari e portavoce del Comitato Riconversione RWM Italia ed il giornalista di Città Nuova, Carlo Cefaloni.
- Giovedì 6 dicembre alle 19,30, presso la Chiesa di S. Agostino a Ventimiglia
Inaugurazione della mostra fotografica “Migrant bodies” di Max Hirzel (aperta fino al 21 dicembre).
Dopo un buffet alle 20,45 seguirà “Morire di Speranza, la misericordia di seppellire i morti” dialogo tra Mons. Antonio Suetta, la Comunità Islamica di Ventimiglia, la CO.RE.IS. e Max Hirzel.
La RWM è una fabbrica ubicata in Sardegna, a Domusnovas/Iglesias, dove vengono prodotte le bombe Mk82 utilizzate dall’Arabia Saudita, sunnita, contro l’Iran, sciita, nella guerra che si consuma da oltre tre anni in Yemen: lo Stato del quadrante geopolitico medio orientale ad essere il più povero, ma anche il più strategico, per la posizione del suoi porti sullo stretto da cui transita quasi il 40% del traffico marittimo mondiale. In questa tragedia umanitaria milioni di persone continuano a scappare dalle loro case a causa dei bombardamenti e migliaia sono morte nell’indifferenza della maggior parte del resto del mondo, o peggio con la complicità di Paesi, come il nostro, protagonisti del mercato bellico che lo alimenta. Pochi ascoltano la voce di Papa Francesco) che denuncia: “Oggi il mondo è in guerra: tanti fratelli e sorelle muoiono, anche innocenti, perché i grandi e i potenti vogliono un pezzo in più di terra, vogliono un po’ più di potere o vogliono fare un po’ più di guadagno col traffico delle armi. Ma la parola del Signore è chiara: Domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo”.
Oltre agli scontri, colera (1,2 milioni di casi) e carestia hanno trasformato lo Yemen in un girone dell’inferno. 14 milioni di persone subiscono la scarsità di acqua, il numero di coloro che non hanno cibo a sufficienza aumenta di giorno in giorno, tanto che nelle prossime settimane diventeranno 14 milioni gli yemeniti alla fame. Per alimentare la speranza quanto verrà raccolto nelle parrocchie nell’ultima domenica di Avvento sarà destinata alle cure mediche degli sfollati. L’incontro è una ulteriore occasione di approfondimento del tema del disarmo di cui si è parlato durante l’ultimo Ottobre di Pace che la Caritas organizza ogni anno insieme ad altre associazioni che promuovono la pace e la nonviolenza.
Max Hirzel spiega che “la mostra fotografica Migrant bodies è stata ispirata da Alpha, un ragazzo del Camerun, che mi ha raccontato: «Vidi una lapide, mi dissero che era di una ragazza del Camerun originaria di Douala, mi sono chiesto se i suoi genitori, fratelli e sorelle sapevano che lei era là. O se dicevano a loro stessi che fosse altrove, in Belgio, Canada, Italia… loro stanno sognando. Mentre la loro figlia è seppellita da qualche parte nella sabbia…». L’idea di lavorare sulla gestione dei corpi dei migranti nacque in qualche modo quel giorno. Ho iniziato dai cimiteri, io volevo capire dove e come erano stati sepolti, quanti di loro avevano avuto un nome o di quanti invece non si sapesse nulla.”
L’inaugurazione della mostra fotografica sarà seguita da un buffet e dal dialogo tra Mons. Antonio Suetta, la Comunità Islamica di Ventimiglia, la CO.RE.IS. e Max Hirzel che si confronteranno sul tema: “Morire di Speranza, la misericordia di seppellire i morti”.
Durante l’Avvento, per riflettere sul vero significato del Natale, ci faremo ispirare dalle parole di San Paolo, il quale nella lettera ai Romani scrive: ”Lieti nella speranza” (Rm 12,12). Proprio con la speranza che di guerra e di migrazione non si debba più morire sono stati organizzati i due appuntamenti che, come a ha scritto il nostro Vescovo Antonio nella lettera per l’Avvento: “sono tappe di un cammino verso la festa del Natale di Gesù, cercando così di rendere più veri gli auguri di gioia e pace che ci scambieremo, legandoli non ad un clima sdolcinato ed effimero di esteriorità, ma ad una vera esperienza di conversione profonda e concreta che ci possa rendere davvero «lieti nella speranza» (Rm 12, 12) del dono prezioso di Dio.”