[beevideoplayersingle adstype=”video-ads” videoadsurl=”https://vimeo.com/236432438″ adsurl=”http://www.rivierarecuperi.com/” videourl=”https://vimeo.com/265885341″]L’ospite di oggi dell’Intervista di Riviera Time è il sindaco di Imperia, Carlo Capacci, che è ritornato sulla decisione di non ricandidarsi alle prossime elezioni. “Credo che non sia possibile governare con il Partito Democratico”, ha detto. “Mi era stato chiesto di riformare la coalizione del 2013, ma non me la sono sentita. Sarebbe stato un male per la città”.
Capacci ha commentato le divisioni che hanno lacerato la sua maggioranza in questi cinque anni. “Io sono stato coinvolto in un progetto che doveva essere civico e abbiamo vinto le elezioni su un programma di cose da fare. Poi qualcuno ha iniziato a fare politica partitica e, finito l’entusiasmo, ci siamo incartati”, ha dichiarato il sindaco. “Il primo ad andare via è stato Strescino, che, avendo molta più esperienza politica di me, aveva capito dove si andava a parare. Sono stato critico con lui in privato, ma col senno di poi ha fatto bene. Anzi, tornassi indietro mi dimetterei anch’io, perché, abbandonando il progetto, civico abbiamo tradito gli elettori”.
Dopo l’annuncio della non-ricandidatura, sul profilo Facebook di Capacci c’è stata una pioggia di commenti di persone dispiaciute e di apprezzamenti per il lavoro svolto. Questo nonostante negli anni il mondo social non sia stato tenero nei confronti del primo cittadino imperiese. “Sui social normalmente trovano sfogo persone incavolate, che hanno qualcosa da dire. Alla fine però sono sempre le stesse dieci”, ha sottolineato Capacci. “Chi vorrebbe dire qualcosa di buono in genere sta zitto. In questa occasione, forse perché è la fine di un percorso, qualcuno ha avuto il coraggio di esprimersi”.
Il sindaco ha rivelato poi il risultato dell’ultimo sondaggio che ha commissionato. “Ho sempre fatto dei sondaggi a mie spese, all’incirca uno all’anno. Ho fatto l’ultimo recentissimamente – ha detto -, dopo la candidatura di Luca Lanteri per il centrodestra. In quel sondaggio io, a capo di una coalizione di centrosinistra, andavo al ballottaggio. Con chi? Non lo dico”.
“La tristezza maggiore in questi cinque anni è stata la chiusura dello stabilimento Agnesi”, ha aggiunto Capacci. “Ho fatto l’impossibile per evitarla, ma non c’è stato nulla da fare. La verità è che non è conveniente produrre la pasta a Imperia. Di cose positive ne sono invece successe tantissime. Mi è piaciuto molto il rapporto che si è instaurato con i giovani. Devo dire – ha aggiunto – che sono cresciuto anche dal punto di vista personale in questi cinque anni e sarò per sempre onorato di aver fatto il sindaco della mia città”.
Un addio o un arrivederci alla politica? “Non lo so. Penso di essere una persona che ha qualcosa da dare, ma non ho fatto programmi. Credo – ha concluso – che la vita vada avanti e, dopo aver fatto il sindaco, ci debba essere qualcosa di più di sindaco. Non m’interessa fare l’assessore”.