Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa di Deborah Bellotti, della segreteria regionale PD con delega alle Politiche Ambientali.
“Sosteniamo da sempre la necessità di incrementare le fonti rinnovabili per la produzione di energia e abbiamo più volte sottolineato quanto la Regione Liguria sia indietro sia nell’approvare il nuovo piano energetico regionale (PEAR 2030) sia nel raggiungere i propri obiettivi di consumo da fonti rinnovabili – oggi solo al 7%. Riteniamo fondamentale per la nostra regione conseguire i risultati fissati dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) e rispondere ai nuovi obiettivi Ue in materia di transizione verde (pacchetto “Fit for 55” e “Repower UE”).
Tuttavia, siamo fermamente contrari a progetti imposti dall’alto, sovradimensionati e con un impatto significativo sull’ambiente e sulle comunità locali come pare essere il progetto di realizzazione di un parco eolico composto da ben 32 aerogeneratori da 209 mt, ciascuno con una potenza di 6,2 MW, previsto lungo i crinali montani che da Picco Ritto raggiungono Monte Guardiabella, e da Monte Follia fino a Monte Pian delle Vigne, nei territori della provincia di Imperia.
Ogni aerogeneratore sarà collocato all’interno di piazzole dedicate, con una superficie totale di circa 3.700 mq ciascuna, in alcuni casi anche 4.000 mq. La fase di costruzione prevede un flusso di automezzi pesanti per circa 48 mesi, con un totale di 49.000 trasporti, pari a circa 46 viaggi al giorno lavorativo, comportando un notevole impatto sul territorio.
Non possiamo accettare che un progetto di tale portata sia avviato senza il coinvolgimento preventivo e attivo delle comunità locali interessate. A prescindere dalla norma progetti di questa natura hanno bisogno di un serrato confronto con i portatori di interessi locali, non si possono realizzare sulla testa dei cittadini. Crediamo sia corretto discutere approfonditamente sul tema per apportare quelle modifiche necessarie a rendere sostenibile un progetto che attualmente non lo è.
Chiediamo pertanto che il progetto sia valutato, ridimensionato e riconsiderato, attraverso un processo trasparente e che vengano effettuate approfondite valutazioni sull’impatto ambientale e paesaggistico, considerando anche alternative meno invasive. Tutto questo anche alla luce del nuovo Decreto Aree Idonee recentemente varato dal MASE che stabilisce principi e criteri per l’individuazione da parte delle Regioni (entro 180 giorni) delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, senza pregiudizio del principio di tutela dell’ambiente, del territorio, del patrimonio culturale e del paesaggio, della salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità, del potenziale produttivo agroalimentare e del principio dello sviluppo sostenibile.
La transizione verso le fonti rinnovabili deve essere sostenuta da tutti, e solo attraverso un dialogo aperto e rispettoso si potranno trovare soluzioni efficaci e condivise”.