Riapre un bar: una notizia di nulla importanza e che sa di poco per molti, ma che nei nostri paesini arroccati sui monti assume un valore immensamente diverso. Quassù, dove i servizi non ci sono, le persone sono poche e le case silenziose, la presenza di una luce accogliente, un punto fisso nell’oscurità dei boschi nelle giornate invernali, è fonte di vera e propria gioia.
Ed ecco che allora l’apertura di un bar cambia tutto: piazza, ritrovo, negozio, semplice punto di fuga dalla solitudine serale. Una stufa accesa ed un buon bicchiere. Poche cose insomma, proprio come suggerisce il nome del nuovo bar di Realdo Ën gin ën géc, che in brigasco significa “poco e qualcosina meno”, equivalente del “cicinìn” dei liguri costieri.
L’idea di riaprire il bar in alta valle Argentina è di tre imprenditori, prima di tutto amici, che in Realdo e nella valle vogliono credere. Ivan Lombardi, Fabio Lanteri e Mauro Cassini pensano che il ridare servizi a questi luoghi non porterà solo afflusso turistico, affiancato questo da un progetto di case vacanza nel paese, ma soprattutto riporterà la gente a tornare a vivere in questi luoghi, dove l’assenza dei più basilari servizi pesa più della distanza dalla costa.
Una involuzione che riporta alle radici, “alle sorgenti”, che ha ispirato il trio che ha così riportato quella preziosità che solo un bar può dare ai paesi. Una piccola nuova luce che si accende sui nostri monti, ën gin ën géc che accogliamo con tanta gioia, perché la montagna è fatta di queste grandi piccole cose.