Sessantun anni fa, l’11 novembre 1963, il popolo di Badalucco e dell’intera Valle Argentina insorse per bloccare la costruzione della diga di Glori in una mobilitazione che passò alla storia come la ‘battaglia di San Martino‘. Il contesto della ribellione ha radici profonde. L’episodio avvenne infatti a seguito di due eventi che si susseguirono nel tempo: il disastro del Frejus nel 1959 e quello del 1963.
Battaglia di San Martino, le parole di Matteo Orengo
A ricordare quel giorno storico è il sindaco di Badalucco, Matteo Orengo. “La ribellione dell’11 novembre fu una data epica per noi badalucchesi”, ha esordito.
“Rispetto allo scorso anno, quando abbiamo festeggiato quell’anniversario con molta preoccupazione e paura perché sembrava che si dovesse tornare a costruire quella diga, quest’anno siamo molto più sereni e tranquilli. Sappiamo che questo progetto è stato definitivamente accantonato”, ha spiegato il primo cittadino. Una decisione definitiva che è stata accolta dai cittadini con un grande sospiro di sollievo e la certezza che sulla diga di Glori ‘è stata messa una pietra tombale‘.
Orengo ha sottolineato anche la solidarietà e il legame con Longarone. “Colgo anche l’occasione per ricordare gli amici del Vajont con il sindaco Roberto Padrin di Longarone. Ci siamo sentiti in occasione del 4 ottobre per le loro celebrazioni e abbiamo espresso la nostra vicinanza per l’invaso che vogliono costruire nel Vanoi. A nome mio e di tutta la comunità abbiamo inviato una lettera di solidarietà per manifestare il nostro sostegno alla loro drammatica situazione“, ha proseguito il sindaco.
Oggi l’11 novembre è per Badalucco una data di memoria e di speranza. “Ricordiamo quelle gesta, quelle persone, quel momento”, ha concluso Orengo, “ma lo facciamo con la speranza di un futuro migliore per noi e per la nostra valle. È un 11 novembre diverso, una data importante legata al passato, ma non più al futuro“.
Nel video-servizio a inizio articolo le parole di Matteo Orengo.