[beevideoplayersingle adstype=”video-ads” videourl=”https://vimeo.com/204685300″ videoadsurl=”https://vimeo.com/224092271″ adsurl=”https://www.sialpieve.com/”]
Notizia degli scorsi giorni, la proposta di realizzare una pista ciclabile da Ventimiglia a Roma: un percorso ciclo-turistico di oltre 1000 km tra Liguria, Toscana e Lazio. Un progetto dal costo preventivato di 100 milioni di euro che ha grandi potenzialità per un rilancio del turismo internazionale legato alla natura, allo sport, e al territorio.
Troppo bello per essere vero? Un po’ di scetticismo in questi casi è d’obbligo.
I dubbi di noi imperiesi sono ancora più grande data l’esperienza che stiamo vivendo sulla nostra pelle. La pista ciclabile del parco costiero della Riviera dei Fiori è sicuramente un paradiso amato dai cittadini e dai tanti turisti che scelgono il ponente.
Tuttavia, Area 24, la società a maggioranza pubblica che gestisce la ciclabile, naviga in cattive acque. Dodici milioni il buco che ha costretto la società a presentare il concordato preventivo in continuità aziendale al tribunale di Imperia. Una mossa necessaria per evitare il tracollo e per lavorare al fine di appianare i debiti ed evitare rischi maggiori.
Una situazione, quindi, complessa che ha ripercussioni sul mantenimento della pista ciclabile stessa. Per capire qual è lo stato della ciclabile, abbiamo chiesto direttamente a chi ne usufruisce ogni giorno.
Degrado, e poca cura per aiuole e fontane, sono le lamentele più riscontrate; ma anche il problema della sicurezza e notevolmente sentito. Mancano i controlli per quanto riguarda la velocità dei ciclisti, ma soprattutto manca l’illuminazione notturna che crea angoli bui e potenzialmente pericolosi.
I prossimi mesi saranno decisivi. Tanti i problemi a cui mettere mano in un momento molto difficile per Area 24, non solo dal punto di vista economico. A inizio febbraio, dopo appena qualche mese dalla nomina il Presidente, Mariano Porro, ha inaspettatamente dato le dimissioni.
Il futuro di Area 24 e della pista ciclabile è quindi in bilico. Difficile predirne il futuro. Di certo, nella peggiore delle ipotesi, si dovranno trovare soluzioni alternative per non perdere un vero e proprio vanto del Ponente ligure.