Scusate, ma il Festival di Sanremo di chi è? Area Sanremo, nata dalle ceneri dell’Accademia della canzone dell’ingegnoso patron Angelo Esposito, che negli anni ha avuto il pregio di scoprire e lanciare fior fiore di talentuosi giovani cantanti, non è un marchio del Comune matuziano? Il sindaco, la Giunta, il Consiglio comunale contano ancora qualcosa o sono diventati più che mai pedine di Mamma Rai? D’accordo che da che mondo è mondo “c’est l’argent qui fait la guerre”, ma è anche vero che, se non si è pazzi o senza scrupoli, non si acquistano fetecchie ma merce ottima, che rende, che per lei vale la pena aprire i portafogli. Ed il Festival, da quando è nato 72 anni fa, non ha mai tradito nessuno, ha sempre fatto la fortuna di tutti. In primis quella di “mamma Rai”. Carta canta, verba volant, i contratti devono essere scritti da avvocati seri, capaci, che conoscono meglio di tutti la materia che trattano e da pubblici amministratori all’altezza. Le parole volano, è aria fritta.
Viale Mazzini per Sanremo è mamma o matrigna? Domanda lecita visto cosa rischiano il turismo, il Festival ed importanti manifestazioni collegate. Negli ultimi due anni il certosino lavoro di selezione di Area Sanremo ha fatto flop. Nel 2021 l’organizzazione dopo aver accolto, esaminato oltre 400 giovani cantanti provenienti da tutta Italia, ne ha selezionato 4 giudicandoli meritevoli di partecipare tra i big al 72° Festival che si svolgerà al Teatro Ariston dall’1 al 5 febbraio prossimo. Li ha poi affidati al giudizio finale della Rai e al “deus ex machina” Amadeus convinta, per il valore dei prescelti, che almeno uno dei 4 potesse coronare il sogno della vita. Così non è stato. Amadeus, che da solo per giudicare aveva 50 voti su 100, li ha bocciati tutti. Ennesima “paletta rossa” per Area Sanremo. A Destro, Littamè, Senza-Cri, Vittoria, i 4 brillanti giovani venuti da Leverano, Monselice, Brindisi e Milano, il patron Ama ha recitato, in diretta su Rai 1, il solito rosario. Ha detto loro non scoraggiatevi, siete talentuosi, non mollate mai, ce la farete… Tutti e 4 educatamente hanno ringraziato. In gola, anche se non pronunciata, mordeva però una riflessione: se siamo bravi perché ci avete respinto? Perché “no” alle selezioni di Sanremo e “sì” ai giovani cantanti esaminati a Roma da Amadeus, Rai & C?
Tre di loro infatti si esibiranno al Festival, sono stati promossi big. Ama ha ricordato un altro grande dello spettacolo, Alberto Sordi nel film di Monicelli “Il Marchese del Grillo” quando irrideva poveracci della Roma papalina con la frase “mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un ca…o”. Tre giorni prima al Teatro del Casinò, Amadeus, dirigenti Rai, Fasulo, De Amicis, Mazzi, Martelli, il sindaco Biancheri, il presidente del Casinò Battistotti, l’assessore al Turismo Faraldi, si sono scambiati sguardi compiacenti, ringraziamenti reciproci, nuovi progetti a raffica, speranze e visioni di creare a Sanremo finalmente l’Accademia della canzone, pure un talent televisivo seriale, l’Università del bel canto ed altre meraviglie. Poi la verità con titoli di giornali a piena pagina più eloquenti di un editoriale. Il primo “Sanremo lancia i suoi giovani (quelli romani targati Amadeus-Rai) ma si affida al passato sicuro”. Ripescati in gara (non era meglio ospiti?) illustri anzianotti da Morandi a Ranieri, persino la Zanicchi. Per i matuziani più attempati un ritorno agli anni 60/70, alle gare goliardiche della “Vena varicosa”. Secondo titolo la doccia fredda: “Area Sanremo niente Festival”.
Perché? Una domanda su tutte: o la Commissione scelta dal Comune di Sanremo, dal sindaco Biancheri composta da musicisti del calibro di Vittorio De Scalzi, fondatore ed anima dei New Trolls, del maestro Giuseppe Vessicchio, direttore di un mare di Festival di Sanremo, del prof. Filippo Biolè presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica, del direttore artistico Massimo Cotto e di altri personaggi di spicco del mondo del giornalismo e dello spettacolo all’improvviso sono diventati zombi, e quindi dovrebbero essere licenziati in tronco, oppure nel meccanismo delle scelte dei giovani c’è qualcosa che deve essere meglio oliata.
È bene ricordare poi, per non dimenticare, che Mamma Rai per l’esclusiva del Festival 2022 invece che ingrossare l’assegno al Comune di Sanremo lo ha ridotto di circa 200 mila euro nonostante lo scorso anno in piena pandemia avesse aumentato di parecchi milioni i suoi introiti pubblicitari. Fa riflettere poi quanto ha dichiarato Claudio Fasulo, responsabile intrattenimento della radio e tv di Stato su progetti ed investimenti su Sanremo. L’uomo-manager della “preghiera laica” della Rai in conferenza stampa al Casinò in sintesi ha rivelato che Viale Mazzini dovrebbe costruire nella città del Festival una struttura permanente al servizio della giovane musica italiana, dove offrire l’occasione di confrontarsi con i colleghi della stessa età, con autori, produttori e big della canzone per dare basi molto solide sul futuro della musica. “Abbiamo già – Fasulo dixit – una referente per questo progetto”. Ennesima promessa, sogno, miraggio, realtà?
I sanremesi si augurano che stavolta “I sogni (non) svaniscono all’alba”. Come il titolo dell’importante film del 1961 diretto da Mario Craveri, Enrico Gras e Montanelli, tratto proprio da un testo teatrale del grande Indro che testimonia la brutale invasione sovietica con i carri armati del novembre 1956 dell’Ungheria. Una tragedia.