Alessandro Scajola, fratello dell’ex ministro e attuale sindaco di Imperia Claudio Scajola, e padre dell’assessore regionale Marco Scajola, è stato ospite negli studi di Riviera Time.
Alessandro Scajola è stato tra i principali protagonisti della politica imperiese degli ultimi decenni. Più volte sindaco della città capoluogo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, deputato per due legislature della Democrazia Cristiana, oggi segue le vicende politiche locali e nazionali da distante, ma sempre con grande interesse.
“Ancora oggi ho ricordi molto belli del periodo in cui ho avuto l’onore di essere alla guida della città di Imperia. Mi riempe il cuore d’orgoglio ripensare e vedere le opere, ancora oggi importanti, che sono state fatte durante i miei mandati da sindaco e da assessore,” racconta Scajola.
Dagli anni del suo impegno amministrativo la politica è cambiata molto.
“Il problema – continua Alessandro Scajola – è che oggi manca il momento della formazione. Non ti puoi improvvisare sindaco, deputato o ministro se prima non hai avuto una preparazione adeguata.”
L’intervista ha poi deviato sulle vicende politiche che negli ultimi anni hanno creato spaccature all’interno della famiglia Scajola. Sono ormai ben note le tensioni tra il fratello Claudio e il figlio Marco. Tensioni che si sono ancor più accentuate durante la recente campagna elettorale a Imperia che ha visto i due correre in schieramenti opposti.
“Purtroppo mio fratello ha voluto fare una scelta in contrapposizione al centrodestra che oggi governa la Regione. Chiaramente mio figlio non lo ha potuto seguire ed è rimasto coerentemente fedele al centrodestra e al governatore Giovanni Toti. Ci siamo trovati in un momento di grande difficoltà. Claudio è stato eletto; vuol dire che gli vogliono bene, che è una persona stimata e io gli auguro tutto il bene di questo mondo. Ma credo che mio figlio ed io non potevamo fare una scelta diversa da quella che abbiamo preso,” commenta Scajola.
“Avrebbe dovuto trovare una mediazione. Con il suo rapporto storico con Berlusconi, avrebbe dovuto farsi candidare da Forza Italia. È questo che gli consigliai, ma non ha voluto ascoltare i miei suggerimenti,” conclude.