“Il Decreto Sostegni ha decretato l’abolizione di una gabella in epoca di pandemia: il canone Rai per le strutture turistiche ricettive e i pubblici esercizi“.
“Finalmente – interviene Ino Bonello presidente provinciale di Confesercenti – a Roma hanno ascoltato il nostro grido di soccorso. Erano tenuti a versare il canone Rai speciale gli esercenti che detengono uno o più apparecchi atti alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare”.
“La pandemia – aggiunge Roberta Minutolo presidente provinciale di Aigo Confesercenti – ha costretto alla chiusura delle nostre attività, ma ci ha obbligato al pagamento del canone speciale per le televisioni nelle nostre strutture. Da mesi ne chiediamo l’abolizione. Oggi possiamo dirci: ce l’abbiamo fatta”.
“Una gabella ingiusta e punitiva – conclude Scibilia Sergio, segretario provinciale di Confesercenti – è stata finalmente eliminata. Migliaia di esercizi in tutta Italia, quale che sia la loro attività – ristoranti stellati, piccoli bar, hotel prestigiosi o pizzerie di quartiere – vengono accumunati dal pagamento del canone Rai perché possiedono apparecchi radiofonici e televisivi. Lo stato prevede spese diverse per i pubblici esercizi rispetto a quelle sostenute dalle famiglie italiane. Gli operatori la sentivano come una presa in giro, come un furto legalizzato da parte dello Stato che ti obbligava a pagare una tassa sul non lavoro. Una piccola vittoria delle associazioni di categoria, un segnale importante in un momento difficile.”