Nell’ambito del Festival della Parola che si è svolto nel teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo Walter Veltroni ha ricevuto il Gran Trofeo Premio Casinò di Sanremo Antonio Semeria 2024 per l’opera “La condanna” (Rizzoli). Un riconoscimento ad un’opera impegnata, che ricerca gli archetipi dell’ideale di giustizia base di ogni democrazia.
Questa la motivazione che è stata letta dal presidente della giuria tecnica del premio, lo storico Matteo Moraglia, alla presenza dei componenti della giuria tra cui lo scrittore Marino Magliani: “Per aver analizzato la complessità di un momento storico, dove la negazione della idea di giustizia ha creato nuovi mostri, ignorando gli ideali che stanno alla base della comunità civile. La fine di Donato Carretta, uomo lasciato solo e senza neppure le parole per difendersi testimonia la pericolosità della “folla manzoniana” e la fatica di vivere di chi annaspa nella paura e nell’ansia senza valori che aiutino a capire, a generale gli anticorpi contro il delirio della forza. La condanna è definitiva prima di ogni forma di processo: ad essere eliminate sono l’umanità e la crescita sociale, che si frantumano perché senza giustizia non esiste democrazia”.
Hanno consegnato il premio il componente del comitato d’onore dott. Eduardo Bracco, presidente del Tribunale di Imperia, il sindaco Alberto Biancheri e l’assessore alla Cultura Silvana Ormea
Walter Veltroni ha creato un romanzo intenso, capace di raccontare un passato ancora attuale, in cui possiamo leggere in controluce – e forse decifrare, un passo alla volta, insieme a Giovanni – il presente in cui viviamo.
Giovanni ha ventiquattro anni e ha coronato il suo sogno, quello di lavorare nella redazione di un quotidiano. Intorno a sé, però, ha soltanto colleghi più anziani, ormai apatici, storditi da un mestiere sempre più in crisi. Tranne uno, Sergio Fabiani, caposervizio della cultura, che gli affida il compito di scrivere un pezzo su Donato Carretta, direttore del carcere di Regina Coeli, linciato in modo selvaggio dalla folla nel settembre 1944. Il giovane giornalista si immerge allora nella ricerca e nello scavo: sotto la guida paterna di Fabiani, Giovanni ci porta sui luoghi che furono teatro del fatto – il Palazzo di Giustizia, il Tevere, Regina Coeli, – ci mostra le testimonianze di chi quel massacro l’ha visto e documentato, e ce lo restituisce in un racconto vivido, crudo, reale. Chi era Carretta? Un fascista o un antifascista? Oppure uno della “zona grigia”? Con la precisione del reporter e l’abilità dello scrittore, Giovanni ricostruisce la storia di una condanna controversa, brutale, di certo ingiusta. Indagando le pulsioni e la rabbia che agitano la folla di quel settembre 1944 rivede, nella Roma liberata dal fascismo e dall’occupazione nazista, gli strepiti e i livori che si muovono, velenosi, nelle relazioni di oggi, nella comunicazione, sui social.
Figlio di Vittorio, dirigente della Rai, morto quando Walter aveva un anno. Si diploma presso l’Istituto di studi cinematografici e televisivi e si iscrive giovanissimo al Pci, ne diventa, solo ventunenne, consigliere comunale a Roma, carica che manterrà fino al 1981. Nell’87 entra come deputato in Parlamento. Favorevole alla svolta della Bolognina, è stato direttore dell’Unità. Nel 1996 condivise la leadership dell’Univo con Prodi e, vinte le elezioni, venne nominato vicepresidente del Consiglio e Ministro per i beni culturali. Nel 2001 viene eletto sindaco di Roma, carica che gli verrà riconfermata nel 2006 con il 61,5 % dei voti favorevoli. Nel 2007 entra nel comitato nazionale del neonato Partito Democratico e dichiara di non volersi alleare in futuro, se eletto alla segreteria, con i partiti della sinistra. Cade quindi il Governo Prodi. Veltroni viene eletto, dopo una consultazione popolare tra gli iscritti, segretario del PD. Perse le elezioni nazionali del 2008, ceduta Roma alle destre, e perse le elezioni regionali, si dimette dalla carica di segretario del PD.
Si è molto impegnato per i sostegni all’Africa, ed è anche autore di alcune opere di narrativa, tra cui Noi (2009), L’inizio del buio (2011), L’isola e le rose (2012), E se noi domani (2013), Quando c’era Berlinguer (2014), tratto dall’omonimo documentario per il cinema, Ciao (2015) e Quando (2017), tutti pubblicati da Rizzoli. È anche regista di I bambini sanno (2015), Indizi di felicità (2017) e della serie televisiva Gli occhi cambiano (2016), e di Tutto davanti a questi occhi (2018), intervista a Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz. Tra le sue altre pubblicazioni si ricordano Roma (Rizzoli, 2019), Assassinio a villa Borghese (Marsilio, 2019), Buonvino e il caso del bambino scomparso (Marsilio, 2020), Tana libera tutti (Feltrinelli, 2021), C’è un cadavere al Bioparco (Marsilio, 2021), I fratelli che volevano cambiare il mondo. La storia di John e Bob Kennedy (Feltrinelli, 2023), La condanna (Rizzoli, 2024).