Il Circolo di Fratelli d’Italia della città di Imperia interviene con una nota stampa sulla discussione in programma nel prossimo consiglio comunale riguardante il consigliere Giuseppe Falbo e sulle questioni attenzionate dal partito.
“Est modus in rebus, dicevano gli antichi.
In una città “normale” non si sarebbe mai arrivati a dover discutere in Consiglio Comunale, il prossimo 22 febbraio, di una vicenda come quella del Consigliere di maggioranza Falbo che, nella sua duplice veste di amministratore pubblico e titolare di un’azienda privata, vince un appalto “su invito” da parte di una società “in house” del Comune di Imperia: essa non è altro che una longa manus della pubblica amministrazione, ragion per cui “l’ente in house non può ritenersi terzo rispetto all’amministrazione controllante ma deve considerarsi come uno dei servizi propri dell’amministrazione stessa” (così Cons. Stato, Ad. plen., n. 1/08, cit.).
In una città “normale” probabilmente un Consigliere Comunale si sarebbe dimesso prima di partecipare alla gara oppure non avrebbe partecipato alla gara stessa.
Non solo è una questione legale (basta leggersi il capo V del decreto legislativo n. 39 del 2013 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico”, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190). Non è solo un’ipotesi di “conflitto di interessi” in quanto prima il Falbo vota la delibera 75/2019 per esternalizzare il servizio di pulizia alla Seris, la quale poi indice una gara e tra gli INVITATI alla medesima gara compare proprio la ditta del Consigliere Comunale che parteciperà poi alla gara che lo vedrà aggiudicatario.
È anche una questione di “opportunità” e di immagine, di rispetto dei ruoli e soprattutto di rispetto dei cittadini. Riteniamo infatti che sia obbligo di ogni amministratore pubblico, qualora la propria posizione possa destare attenzione, fare una scelta.
E Falbo capirà bene che non è un attacco contro di lui che comunque crea e gestisce impresa, ma al sistema, ad un “modus operandi” che non può essere né tollerato, né giustificato.
O l’una, o l’altra. O si Amministra il bene pubblico, o con il pubblico ci si fa business. Le due cose insieme stridono.
In amministrazioni imperiesi del passato ci si è stracciati le vesti per molto meno, quando consiglieri comunali proponevano assicurazioni ai dipendenti, quando immobili di famigliari del sindaco venivano affittati a Tradeco, quando assessori avevano incarichi professionali antecedenti alla propria nomina (a cui hanno puntualmente rinunciato, a norma del sopracitato decreto legislativo). E non ci risulta che le normative anticorruzione abbiano avuto revisioni a maglie più larghe, rispetto al passato, anzi.
Se un cittadino imperiese leggesse di questa vicenda su un quotidiano di un’altra città, su un sito di informazione nazionale, ecc, come minimo griderebbe allo scandalo!!
A Imperia invece no, tutto è consentito. Imperia, evidentemente, sfugge alle logiche comportamentali mondiali e quindi la minoranza compatta, che ringraziamo, si trova a presentare un ordine del giorno in Consiglio Comunale per discutere e approfondire la vicenda.
Purtroppo, però, il “Falbo Affaire” non è – temiamo – l’unica questione che la minoranza si troverà a discutere nel prossimo futuro (e troverà in Fratelli d’Italia un interlocutore serio e sempre attento che venga rispettata la legalità).
Vedasi, ad esempio, il licenziamento “in tronco” con modalità da “padre-padrone” dei tecnici che seguivano il rifacimento del Teatro Cavour, sostituiti poi da un “responsabile unico”, un architetto non imperiese molto amico del Sindaco e dei suoi familiari. Incarico conferito con AFFIDAMENTO DIRETTO (senza una gara, quindi, ma per scelta diretta e insindacabile dell’Amministrazione).
La legge non vieta un affidamento diretto sotto una certa soglia, sia ben chiaro, ma anche in questo caso sarebbe stato opportuno essere più trasparenti e magari verificare pubblicamente l’interesse di tecnici locali. Sicuramente sarebbe stato più limpido orientarsi verso persone “esterne” rispetto alla propria sfera privata. Ci dice il Sindaco Scajola che l’architetto Giaquinto (il prescelto per il ruolo di Responsabile Unico, del quale non contestiamo l’indiscussa professionalità e qualità) avrebbe accettato con non poche perplessità l’incarico: la cifra proposta dal Comune di Imperia è sembrata troppo bassa. Magari qualche tecnico locale avrebbe aderito con più “entusiasmo” (ricordiamo che si parla di circa 75.000€) ad un eventuale appello del Sindaco. Oppure si sostiene la tesi che nessun tecnico locale abbia le competenze necessarie?
Ma sono tante le risposte che l’Amministrazione Scajola deve ancora ai suoi cittadini e che Fratelli d’Italia sta attenzionando, come ad esempio:
- la questione del Campo di Atletica del Prino, riguardo alla quale una gravissima superficialità procedurale in una gara d’appalto pubblica è stata liquidata con una imbarazzante intervista dell’Assessore allo Sport e una più ancora imbarazzante “difesa d’ufficio” del Sindaco Scajola che sostiene che i materiali usati per il rifacimento del manto della pista di atletica siano addirittura di gran lunga superiori alle richieste del protocollo FIDAL (ma nella gara d’appalto di tutto questo non vi è traccia… da qui la sentenza di annullamento della gara da parte del TAR Liguria, del quale il Sindaco Scajola sconfessa l’operato, sostenendo che i lavori possano andare avanti lo stesso);
- La questione degli aumenti della TARI: mentre in altre città si è cercato di aiutare le attività economiche arrivando a cancellare intere rate (come a Diano Marina e San Bartolomeo al Mare, dove è stato annullato il pagamento di una rata su 3, quindi di fatto abbassamento della TARI del 33,33% o come ad Alassio dove il Consiglio Comunale aveva prima deliberato uno sconto del 20%, poi con altra delibera di Consiglio Comunale ha scontato del 40% le tariffe TARI) a Imperia gli Amministratori si pavoneggiano di aver applicato lo sconto massimo applicabile… ma la sostanza è che le bollette sono aumentate del 30%! A questo aumento corrisponde forse un miglioramento del servizio? Quindi, quando passerà la pandemia e non ci saranno “ammortizzatori”, le bollette TARI saranno praticamente raddoppiate?
- La questione della lite dell’Assessore Oneglio: abbiamo dato modo all’Assessore, sottolineando la nostra piena buona fede e il nostro più convinto garantismo, di chiarire la Sua posizione su un presunto grave atto di “abuso di potere” del quale è stato pubblicamente accusato (ricorderete l’alterco tra l’Assessore Oneglio ed un commerciante di Piazza Goito). Non ci siamo schierati aprioristicamente a favore o contro nessuno: abbiamo semplicemente sottolineato il fatto che l’Assessore avrebbe fatto meglio a difendersi pubblicamente da accuse “gravi”. Per affermazioni del genere, in altre zone del nostro paese, si sarebbero aperti interi fascicoli di indagine. Per evitare tutto ciò, e per ricomporre le cose, bastava solo che l’Assessore Oneglio chiarisse l’accaduto. Ad oggi non abbiamo ottenuto nessuna risposta, nessun chiarimento. Abbiamo solo letto che l’Assessore Gagliano, per difendere (???) il Suo collega di Giunta ha candidamente ammesso che “È vero che il collega a volte prende fuoco a bagno”.
Sono tante le cose che meritano una doverosa risposta: crediamo che i cittadini di Imperia siano meno fessi di quanto troppo spesso si vogliano far apparire”.