Domani alle ore 11 le categorie di FP-CGIL CISL FP e UIL FPL di Imperia si ritroveranno con un presidio presso la sede dell’ASL (Bussana Via Aurelia,97) a rivendicazione di quanto esplicitato nel comunicato riportato di seguito.
“In data 13 Novembre 2020 dalle h10 alle h12, dinanzi alle Direzioni delle ASL della Liguria, si terrà un presidio di protesta, “in forma statica” nel pieno rispetto del DPCM 3 novembre, delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, per rivendicare:
- la sicurezza dei lavoratori impegnati nel fronteggiare l’emergenza pandemica,
- il necessario incremento dei fondi contrattuali aziendali che permetta il giusto riconoscimento agli operatori dello straordinario effettuato e delle indennità,
- un piano straordinario di assunzioni che deve prevedere tra le altre cose la stabilizzazione del personale e la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato in essere.
- il rinnovo dei Contratti Nazionali ormai scaduti,
L’iniziativa segue lo stato di agitazione già proclamato dalle Federazioni Nazionali in data 19 ottobre 2020, in previsione della mobilitazione di tutti i lavoratori pubblici.
In questa fase di mobilitazione del lavoro pubblico per rivendicare innovazione nella PA, rinnovo dei contratti e nuove assunzioni, “le lavoratrici e i lavoratori pubblici danno massimo sostegno e priorità a tutto il personale sanitario” – spiegano le categorie dei servizi pubblici di Cgil Cisl e Uil della Liguria.
Non è assolutamente accettabile, in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, che i lavoratori debbano operare in condizioni di scarsa sicurezza. Dobbiamo riuscire ad assicurare loro costantemente dispositivi di protezione individuale, tamponi e sorveglianza sanitaria.
Da tempo stiamo chiedendo il rispetto dei Protocolli e l’istituzione di tavoli permanenti di confronto sulla sicurezza nelle Aziende e negli Enti Pubblici.
Temiamo che a qualcuno sfugga che se non mettiamo in sicurezza proprio quei lavoratori che costituiscono la prima linea utile a contrastare la diffusione del Covid, presto i cittadini saranno privati dei professionisti necessari a garantire l’erogazione dei servizi sanitari; è un discorso che vale per tutti, ma a maggior ragione per coloro che sono quotidianamente in contatto con persone positive al virus.
I lavoratori, già provati dalle fatiche della primavera scorsa, oggi sono stanchi affaticati: non si può chiedere loro di essere i protagonisti della sfida per l’innovazione continuando a mortificarli dal punto di vista sia professionale che salariale.
Molti di questi operatori sanitari e socio-sanitari hanno abbondantemente superato le 250 ore di straordinario: va garantito loro il pagamento di quanto lavorato, occorre rivedere l’insieme delle indennità, per adeguarle a cifre più consone e realistiche superando il tetto di spesa imposto alla contrattazione integrativa dall’attuale normativa.
La cosa principale, comunque, è premere acceleratore sulle assunzioni.
I luoghi di lavoro si stanno svuotando, l’età media aumenta progressivamente e un numero considerevole di lavoratori sono prossimi all’uscita tra quota 100 e pensionamenti dovuti al raggiungimento dell’età.
Occorre immettere stabilmente nel sistema sanitario forze nuove, stiamo già perdendo il passaggio delle competenze ed il rischio è quello di disperdere un patrimonio di conoscenze di enorme valore.
Come primo passo, quindi, indispensabile e urgente – proseguono – è procedere con nuove assunzioni per implementare il personale e rafforzare i servizi sanitari, anche attraverso la stabilizzazione dei precari ed il rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato;
Da anni questi lavoratori assicurano il corretto funzionamento di interi settori della Pubblica Amministrazione.
“Una mobilitazione collettiva di lavoratrici e lavoratori pubblici, contro chi nega l’esistenza del virus, dell’emergenza epidemiologica e del rischio che sta correndo tutto il personale medico e sanitario. Per dare il massimo sostegno a chi garantisce la nostra salute”, concludono FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e UIL PA.
Per queste ragioni le categorie dei servizi pubblici di CGIL, CISL e UIL hanno dichiarato lo stato di agitazione ed effettueranno presidi sotto le ASL o nei luoghi simbolo delle città”.