La chiusura anticipata alle 18 per le attività di ristorazione, confermata dal dpcm del 3 novembre che inserisce la Liguria nella cosiddetta ‘zona gialla’, sta avendo pesanti ripercussioni anche sul settore della pesca.
Un comparto che ha subito gravi perdite già nel periodo di lockdown primaverile, a causa soprattutto della chiusura dei principali canali commerciali del settore, come bar ristoranti e alberghi, per oltre due mesi.
La nuova ondata di contagi sta facendo registrare un calo di vendite di pesce fresco locale, sia nel commercio al dettaglio che all’ingrosso, con un conseguente crollo dei prezzi.
Abbiamo fatto il punto della situazione con Salvatore Pinga, che a Oneglia è titolare dell’Ittiturismo PingOne.
“Per noi la chiusura alle 18 incide marginalmente, in quanto da metà settembre abbiamo modificato gli orari, per cui avremmo lavorato le sere soltanto il venerdì e il sabato – spiega. – C’è un calo di passaggio e di presenze a prescindere da tutto, per cui non stiamo lavorando moltissimo. Oggi e domani, per esempio, resteremo aperti con l’asporto fino alle 17.30 circa, per vedere se qualcuno durante la passeggiata ha piacere di stuzzicare qualcosa di sfizioso.
Chiudendo la ristorazione serale – aggiunge – si riduce la richiesta del pesce, di conseguenza c’è una forte contrazione del suo valore, con il rischio che venga prezzato, all’ingrosso, anche alla metà. Se la richiesta di mercato si riduce, incide negativamente sull’incasso giornaliero.
La speranza – conclude – è che tutto lo sforzo che si sta facendo serva a qualcosa, che ci possa essere un 2021 più sereno e che gli aiuti dal governo arrivino”.