Il recente Dpcm ha imposto nuove e rigorose regole anche nel settore del trasporto pubblico con l’obbligo di accogliere non più del 50% della capienza ufficiale. Di questo e di altro abbiamo parlato con Gianni Berrino, assessore al Turismo e ai Trasporti della Regione Liguria.
“La filosofia dell’ultimo Decreto sul trasporto pubblico è volta a impedire gli assembramenti sui mezzi pubblici, treni e autobus piuttosto che metropolitane. Con la didattica a distanza nelle scuole superiori e università, con lo smart working e le chiusure anticipate di bar e ristoranti, è chiaro che le persone che viaggiano sono molte di meno e credo che i disagi saranno molto limitati anche con la metà dei posti a disposizione per gli utenti”.
“Abbiamo subito iniziato un monitoraggio delle linee più a rischio – spiega Berrino – che sono in particolare quelle del trasporto pubblico genovese, oltre a qualche linea a Spezia e nella nostra provincia a Sanremo e Imperia. Ho parlato con i presidenti delle quattro province, e nell’imperiese ho ricordato alla Riviera Trasporti (RT) che è sempre disponibile una quota dei 300 milioni di euro stanziati dal Governo per poter affiancare ai bus di linea anche eventualmente bus turistici, taxi e noleggi con conducente per non lasciare a piedi nessuno e dar modo all’azienda di rispettare la regola del 50%”.
“La possibilità di un affiancamento di mezzi alternativi esiste da metà settembre – chiarisce – ma è stata poco sfruttata quando il limite era dell’80% e raramente, ci hanno detto, veniva raggiunta questa percentuale. La RT ha preferito mettere sulle strade mezzi propri e autisti dipendenti con turni supplementari ma è doveroso ricordare che questa possibilità esiste ancora”.
A preoccupare ora è la tenuta economica delle aziende locali. Dopo il primo lockdown e un’estate a capienza ridotta, queste ulteriori restrizioni andranno a impattare ancora di più sui bilanci, rischiando di mandare in default le aziende stesse.
“Ho lanciato un grido d’allarme dallo scorso mese di marzo. Non siamo in lockdown totale, ma ci somiglia molto e questo evidentemente creerà un danno ulteriore. Con gli assessori delle altre regioni chiediamo allo Stato che il Fondo Nazionale Trasporti venga incrementato per dare la possibilità che il servizio possa continuare anche nel 2021. Bisogna restituire i soldi per gli abbonamenti non sfruttati, ma i soldi servono anche per pareggiare i bilanci ed evitare di trovarci senza aziende che vogliano occuparsi del trasporto pubblico in futuro”.
“Abbiamo quantificato in un miliardo all’anno la necessità di intervento per tutte le regioni italiane sul trasporto pubblico – aggiunge Gianni Berrino – e penso che siano soldi ben spesi, meglio ad esempio dei fondi messi a disposizione per comprare i monopattini elettrici”.
Sul confronto tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in questo momento complicato Berrino commenta:
“Come valuto il rapporto tra Governo centrale e regioni? Dico solo che pochissime delle nostre richieste sono state accolte – conclude l’Assessore regionale – c’è poco dialogo, oggi è stato rinviato un incontro che avevamo già in programma con il ministro De Micheli riguardo quello che abbiamo detto sinora, richieste non personalizzate per regioni ma per salvaguardare aziende, lavoratori e cittadini che necessitano di questo servizio indispensabile”.