“Il settore della musica nel quale opero da tempo, si può dire che non è più ripartito dal primo lockdown. Si, c’è stata una timida ripresa quest’estate ma adesso siamo punto a capo e senza il supporto dello Stato come invece è accaduto e dovrà ancora accadere per altri settori”.
Simona De Melas, sanremese e operatrice nel campo degli eventi musicali non nasconde la sua amarezza e i suoi timori per il futuro.
“Il Presidente del Consiglio ci ha promesso un ‘decreto ristori’ ma è dalla fine dello scorso Festival che siamo praticamente tutti fermi e un contributo una-tantum evidentemente non ci può bastare. È veramente triste vedere Piazza Bresca, il centro della movida e della musica sanremese, praticamente deserta”.
“Ci fossero delle regole certe – dice – che potessero tranquillizzare noi, gli operatori del turismo, la ristorazione, diremmo: okay, mi adeguo e aspetto tempi migliori. Ma così, in questa incertezza, siamo tutti disarmati”.
“Io non mi aspettavo una stretta del genere – dice Simona De Melas – qui in piazza Bresca, a parte l’inizio dell’estate, le regole sono state rispettate come i protocolli richiesti. Per cercare di movimentare la piazza anche fuori dal periodo caldo del turismo noi e i commercianti avevamo progettato ‘Live in Piazza Bresca’ mettendo in primo piano il rispetto di tutte le misure di protezione, e stava funzionando. Lo sbaglio è stato generalizzare i provvedimenti invece di valutare le differenti realtà che esistono tra una grande città e realtà molto più facilmente controllabili.
“Ci sono oltre 700mila persone che lavorano e vivono nel settore dell’intrattenimento – conclude – non ci sono solo cantanti, gruppi e musicisti ma anche tecnici, operai, organizzatori, scenografi, truccatori, uffici stampa. Nessuno ha ricevuto un aiuto adeguato a quanto si è perso, alcuni gestori di teatri o cinema non hanno più riaperto, altri hanno investito tempo e denaro per adeguarsi alle norme imposte e oggi si ritrovano di nuovo chiusi. Riapriranno? Non si sa”.