“Oggi, con i dati di Alisa e degli uffici di prevenzione alla mano, e analizzando quello del Comune di Genova sulla circolazione delle persone, individueremo eventuali zone in cui sarà necessario effettuare chiusure, dando tutto il supporto possibile al Comune, confrontandoci ovviamente col Prefetto. Analoghi ragionamenti riguardano i comuni della Spezia, Savona e Imperia“. Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti sulla situazione Covid in Liguria.
“Entro la fine della settimana – aggiunge – attiveremo ulteriori 50 posti in strutture di media e bassa intensità a Genova per garantire il turnover negli ospedali. Entro la fine del mese ne attiveremo circa 200”.
“Questa settimana comincia con una pressione importante sui nostri ospedali. Non ci aspettavamo nulla di diverso. Il sistema sanitario regionale sta adeguando la sua offerta alle esigenze di contenimento dell’epidemia. Sul totale dei contagi – aggiunge Toti – la parte principale riguarda la città di Genova. Assistiamo a un incremento generale nella nostra regione, con una circolazione minore fuori dal capoluogo. Crescono anche gli ospedalizzati, con le terapie intensive che restano stabili e anzi calano. Il fenomeno è quello che abbiamo già descritto nei giorni passati: c’è un alto afflusso di pazienti nei nostri ospedali, ma il numero delle terapie intensive resta decisamente più basso in proporzione ai ricoverati rispetto a quanto fosse nella primavera scorsa”.
“Il quadro resta stabile – aggiunge Toti – con una circolazione del virus importante nella città di Genova e una crescita complessiva della circolazione nel sistema. Stanno aumentando i posti letto: il San Martino è cresciuto di 30 unità, ne aggiungerà ulteriori 22 domani. Non ci sono in questo momento situazioni di particolare emergenza, anche se c’è stata pressione sui pronti soccorsi in giornata”.
Per quanto riguarda le Rsa, Toti ha aggiunto che “c’è allarme diffuso su tutto territorio nazionale. Al momento in Liguria sono scattati tutti i protocolli di massima sicurezza: tra le misure adottate, il blocco delle visite, l’attivazione di aree buffer dove isolare gli eventuali positivi, un’attività di testing a campione su tutto il personale, in modo molto serrato. È chiaro che vi sono dei contagi ma non ci sono ad oggi problematiche specifiche”.