“Oggi ho portato, ancora una volta, all’attenzione del governo le problematiche irrisolte che riguardano i lavoratori frontalieri, specialmente quelli della provincia di Imperia che lavorano in Francia e nel Principato di Monaco. In commissione Trasporti ho chiesto risposte, supportato dalle associazioni rappresentative della categoria, sulla necessità di superare accordi internazionali ormai vetusti, che risalgono al dopoguerra, sulla mobilità ferroviaria, tra Italia e Francia, per andare oltre a barriere che, nella tanto sbandierata Europa unita, esistono solo per chi si deve muovere per lavoro, con disagi quotidiani acutizzati dall’emergenza Covid, con code infinite al confine per i controlli dell’autocertificazione.
I frontalieri, da troppo tempo dimenticati, aspettano risposte sul destino del bonus fiscale, da 7.500 euro, nella riforma dell’Irpef allo studio del ministro Gualtieri e, come ho chiesto in un’apposita proposta di legge, se i pensionati frontalieri potranno, come sarebbe ragionevole, fruire dello stesso sgravio. Inoltre, dal 18 agosto è rimasta lettera morta l’impegno del governo per i bonus ai lavoratori frontalieri interinali e a basso reddito a causa del Covid: mancano ancora, dopo due mesi, i decreti attuativi e i lavoratori si trovano in una situazione economica sempre più precaria. Anche sul lavoro agile, aspettiamo ancora risposte concrete perché alle risposte formali fornite dai ministri Catalfo e Di Maio ancora non abbiamo visto seguire nessun passo avanti sul riconoscimento della possibilità di lavorare in smartworking per i lavoratori frontalieri, con una discriminazione inaccettabile”.
Lo dichiara il deputato ligure della Lega Flavio Di Muro, intervenuto oggi in commissione Trasporti alla Camera dopo le audizioni dei rappresentanti dei lavoratori frontalieri.