“Oggi in Parlamento davanti alle Commissioni Trasporti e Lavoro c’è stata la prima audizione dei lavoratori frontalieri grazie alla richiesta da me presentata. Il segretario del Fai, Roberto Parodi, ha ricostruito lucidamente il dramma vissuto dai lavoratori frontalieri da marzo a oggi a causa non solo del lockdown ma anche dell’incapacità del governo di offrire risposte e risorse concrete ai tanti lavoratori che scontano sulla loro pelle file chilometriche alla frontiera e sono ancora in attesa della cassa integrazione così come del bonus di 600 euro faticosamente ottenuto ad agosto nel Dl rilancio grazie a un emendamento da me proposto.
È assurdo che dopo due mesi dall’approvazione non sia stato emanato il decreto attuativo umiliando questi lavoratori e per questo ho sollecitato i presidenti delle commissioni di investire il governo per risolvere la vicenda. Ho sottolineato come una comunità di persone così carica di problemi vada realmente ascoltata e aiutata. Tre le criticità principali: in primis il tema delle relazioni internazionali visto che è in atto un disagio enorme legato ai rapporti tra Paesi basati su accordi bilaterali superati dal tempo. Situazione che richiede al governo una sessione immediata per siglare accordi specifici con i Paesi limitrofi per una gestione più coordinata dei confini.
Infine, la criticità da affrontare del trasporto pubblico locale compreso il trasporto ferroviario che di fatto sono inesistenti e complicano la vita di migliaia di lavoratori già provati da problematiche oggettive e mai risolte. Il governo in un sussulto di realismo e dignità metta mano su quella che a tutti gli effetti è una sperequazione nei confronti dei lavoratori frontalieri”.
Lo afferma, in una nota, Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato.