È passata poco più di una settimana dalle terribili piogge che hanno coinvolto la Liguria, il Piemonte e la vicina Francia. Come altrove, anche sul torrente Argentina si è abbattuto il violento evento.
Da 84 anni, Luigi Galimberti, nato a Taggia, vive sulle sponde della foce del fiume, nella regione Prati del comune di Riva Ligure. Come tutti i vicini, venerdì notte anche lui è dovuto evacuare: “Noi siamo andati via, al mattino siamo tornati e abbiamo trovato la sorpresa. Non mi pensavo che entrasse anche in casa“.
“Il fiume si è ingrossato, il mare ed il vento lo trattenevano, qua davanti è senza argini – ci racconta Luigi – andrebbe un po’ abbassato”.
Luigi ricorda infatti che una volta il fiume non era considerato una terra di nessuno, ma anzi era un elemento fondamentale dell’economia della piana di Taggia: “La gente nel fiume raccoglieva la sabbia, il misto. Venivano dappertutto i carri coi cavalli a portarla via. Anch’io da ragazzo andavo a farla, al mattino andavo a scuola e al pomeriggio a raccogliere la sabbia”.
“Era anche più largo il fiume, ora lo hanno ristretto e non si capisce il perché – conclude Luigi – han promesso che faranno un muro… ma io intanto mi faccio il mio, e poi se lo faranno è in più”.
A questo proposito sono da segnalare le somme urgenze che sono state attivate proprio nei giorni scorsi dal comune di Riva Ligure che andranno a risistemare la foce dopo la perturbazione del 2 e 3 ottobre.
Tra gli interventi è previsto un primo dragaggio della foce. Inoltre sono stati stanziati 8 milioni dalla regione per la messa in sicurezza definitiva della zona. Un lavoro che ormai si richiede da molti anni.
La testimonianza di Luigi Galimberti nel video-servizio di Riviera Time.