4,5% dei residenti percepisce reddito o pensione di cittadinanza, circa un punto percentuale più alto della media regionale, 22% di tasso di abbandono scolastico doppio rispetto alle province di La Spezia e Savona, oltre l’11% di occupazione in meno negli ultimi dieci anni, tasso di disoccupazione, seppur in miglioramento, del 13,6% contro la media ligure del 9,6%.
Sono alcuni dei numeri più preoccupanti della provincia di Imperia, in larga parte relativi al 2019, presentati questa mattina, come report annuale, nella sede Cgil del capoluogo in via De Sonnaz.
‘Dove e come eravamo prima della covid 19-era’, questo il titolo del dossier del sindacato esposto alla stampa, e ai consiglieri regionali Gianni Berrino ed Enrico Ioculano presenti per l’occasione, da Marco De Silva, responsabile ufficio economico di Cgil Liguria, introdotto dal segretario generale di Cgil Imperia Fulvio Fellegara.
“Purtroppo non ci si potevano aspettare dati molto diversi. Dobbiamo fare un bagno di realtà, fare i conti e vedere dove eravamo prima del covid-19 – dice Fellegara – per tentare di tracciare una linea per una ricostruzione lunga e difficile. Quando si parla e si dice torniamo alla normalità, sarebbe da chiedersi a quale normalità vogliamo tornare se quella di una, due o tre crisi fa. Scopriamo che negli ultimi dieci anni questa provincia ha perso 8mila posti di lavoro. La situazione è stata poi devastata dalla crisi pandemica, al netto dei disastri che questa provincia ha vissuto nel weekend. Si deve ripartire dal recupero del dissesto idrogeologico, delle infrastrutture che sono strumenti per mettere in sicurezza il territorio, ma che danno anche lavoro. Bisogna poi pensare a come gestire una popolazione sempre più anziana, con un calo demografico spinto e preoccupante, e quale risposta diamo ai giovani con un tasso di abbandono scolastico del 22%. Si deve partire dalla scuola per un percorso di crescita di questo territorio”.
“La provincia di Imperia ha alcuni indicatori come reddito pro capite, consumi, tasso di occupazione e disoccupazione con valori molto distanti dal centro nord e in alcuni casi anche dalla media nazionale – dichiara De Silva. La provincia ha però alcune peculiarità che vanno considerate. Intanto è quella con la maggiore incidenza delle imprese e del lavoro agricolo rispetto agli altri settori, ha un numero esorbitante di piccole, o piccolissime imprese, pochissima innovazione. L’occupazione poi risente pesantemente della mancanza di un porto commerciale e delle logistiche collegate. Non a caso i tassi di disoccupazione giovanile e di abbandono scolastico sono molto più alti della media regionale e in alcuni casi anche nazionale”.
Interessante anche il dato proposto sul rischio idrogeologico in provincia, probabilmente mai così attuale come in questo periodo. Badalucco, Rezzo e Triora appaiono i paesi con maggior rischio frana in provincia, Ventimiglia la città con il pericolo alluvione superiore.
Dati, purtroppo, confermati dagli eventi calamitosi del weekend: “La Liguria è un territorio fragile e complicatissimo, esposto in tutte le sue province a rischio di frana e alluvione – sottolinea De Silva. Non a caso alcuni dei comuni periodicamente coinvolti in eventi franosi e alluvionali rientrano in questa tabella. Bisogna sfruttare al massimo le potenzialità delle aree interne che in provincia di Imperia abbiamo nell’alta valle Arroscia. Un’occasione che non si può assolutamente perdere per ridurre le distanze”.
Negativi anche i dati sul turismo, che si fermano però a luglio e sono pesantemente segnati dal coronavirus. Su quest’ultimi è intervenuto l’assessore uscente del settore Berrino che ha spiegato come, in realtà, agosto e settembre abbiano contribuito a limitare il passivo grazie anche al patto siglato proprio tra sindacati e regione.
Qui il report completo.