Cambiamo e Lega. Gran parte della composizione della prossima giunta regionale ligure dipenderà dal braccio di ferro, neanche troppo celato, tra questi due partiti. Gli arancioni, forti del risultato elettorale ottenuto, hanno già iniziato a muoversi mediaticamente con le dichiarazioni rilasciate al ‘Corriere della Sera’ dal neo presidente Giovanni Toti sulla leadership di Salvini, poi ridimensionate via social.
Parole che non sono andate giù all’onorevole e segretario regionale leghista Edoardo Rixi che non ha fatto attendere la propria risposta: “Senza la Lega e Matteo Salvini, Toti non sarebbe dov’è oggi”. Una bagarre inaspettata specchio dell’exploit del partito presidenziale.
Tecnicamente la legge regionale prevede che gli assessori vengano nominati entro dieci giorni dal giuramento del presidente e che siano un quinto dei membri del Consiglio regionale arrotondato per eccesso. Trenta sono gli slot da consiglieri più uno per il presidente. Gli assessori saranno quindi sette.
L’imperiese Marco Scajola, primatista assoluto in preferenze con 7786, avrà certamente un posto in giunta, probabilmente con le stesse deleghe già ricoperte nel quinquennio precedente ovvero: Urbanistica, Edilizia e Demanio. Pressoché impossibile un’esclusione di Ilaria Cavo, donna più votata, pronta a occuparsi ancora di Sport, Scuola e Cultura. Complesso pensare anche a una mancata riconferma dello spezzino Giacomo Giampedrone, delfino di Toti, forte di oltre 4 mila preferenze raccolte. Il suo spazio è però appeso alle dinamiche di partito e all’ombra, ingombrante, di Angelo Vaccarezza. L’ex sindaco di Loano, dopo essersi accontentato di un posto da consigliere cinque anni fa, si è autoproposto in campagna elettorale per l’assessorato alla Sanità e mal digerirebbe una nuova, piccola grande, bocciatura. Uno di questi ultimi due potrebbe dunque essere relegato a ruolo di capogruppo, ora il più numeroso, in consiglio.
A questo punto quanti assessori avrà la Lega? Proprio Rixi nelle ultime ore ha detto, senza giri di parole: “Tre assessori, vicepresidente e presidente del consiglio regionale”.
Difficile che le richieste vengano accontentate. La certezza è l’addio di Sonia Viale che, nonostante il passaggio al collegio genovese, non ha riscosso il successo elettorale sperato e non avrà più, almeno di clamorosi ribaltoni, un posto in giunta.
Andrea Benveduti, uomo fidato di Rixi, dovrebbe essere sicuro di un posto da assessore esterno allo Sviluppo Economico con ambizione di vicepresidente. Ambizione, che al di là delle smentite di rito, potrebbe, con causa dato il numero di voti raccolto, avere anche Marco Scajola.
In quota Lega rimane da capire quale ruolo potrà avere l’ex presidente del Consiglio Alessandro Piana. L’aspirazione è l’assessorato all’Agricoltura al posto del collega di partito Stefano Mai che, seppur nuovamente eletto, potrebbe limitarsi a un ruolo da consigliere. Non è però da escludere un bis alla presidenza del consesso regionale.
Vanno poi considerati i risultati dei genovesi Alessio Piana e Sandro Garibaldi così come l’autentico ‘botto’ di Gianmarco Medusei, ufficiale medico della Marina Militare, già assessore alla Sanità del comune di Spezia, che ha raccolto 4573 preferenze.
A Medusei si ricollega il discorso della Sanità. Potrebbe essere lui a sostituire Sonia Viale? Oppure il savonese, medico anch’esso, Brunetto Brunello che ha ottenuto più di tremila voti da “neofita della politica” come si è autodefinito?
In questo caso l’assessorato rimarrebbe alla Lega. Attualmente, però, l’ipotesi più appetibile è che, data la complessa emergenza covid-19, la delega rimanga nelle mani del presidente Toti con, magari, un consulente del ramo medico alle sue spalle che potrebbe avere il volto dell’ormai noto dottor Bassetti.
E Fratelli d’Italia? E Forza Italia? Il partito di Giorgia Meloni ha ottenuto un risultato storico superando il 10%. Con il 3,5% di cinque anni fa era riuscito a ottenere un assessorato, quello ricoperto dal sanremese Gianni Berrino. Lo stesso Berrino è stato nuovamente eletto con il maggior numero di preferenze tra i blu, più del vicesindaco di Genova Stefano Balleari anch’esso, da fonti vicine a piazza De Ferrari, in odore di assessorato. Difficile però pensare che proprio Berrino non venga riconfermato vista anche la massima disponibilità data al partito con la candidatura, di servizio, alle europee del 2019.
Il binomio Forza Italia-Liguria Popolare infine ambirebbe ad avere uno scranno tra quelli di giunta con il contributo portato del 5,5%, superiore di due punti rispetto a quello di Fdi nel 2015 che era valso la nomina a Turismo, Lavoro e Trasporti. L’uomo giusto nel caso dovrebbe essere il genovese, unico eletto nel partito di Berlusconi, Claudio Muzio.
È un’incognita anche la carica di presidente: Piana bis se per la Lega, Vaccarezza se per Cambiamo, Muzio come riconoscimento, ‘contentino’, a Forza Italia le possibilità sul tavolo.
A oggi, 23 settembre, la nuova Giunta regionale è dunque totalmente in bilico con alcune certezze e tanti punti di domanda. Cambiamo ha da un lato lo ‘scontro’ con la Lega, dall’altro la ‘battaglia’ interna per i posti in prima fila.
Sette saranno i fratelli, troppe, per ora, le possibili spose.