Con un comunicato stampa la Caritas di Ventimiglia, Diaconia Valdese e We World intervengono sulla situazione dei migranti nella città di confine a seguito della chiusura del Campo Roja.
“Come è ormai tristemente noto, con la chiusura del Centro di Accoglienza del Parco Roya, a Ventimiglia non vi è più alcun luogo dove possano essere ospitate le persone in transito verso la Francia ed altri paesi europei.
In conseguenza di questa situazione la Diaconia Valdese, l’OdV Caritas Intemelia e WeWorld si sono attivate per cercare di rispondere ai problemi delle persone più vulnerabili: le famiglie e le donne sole.
Grazie alla generosa disponibilità della Parrocchia di San Nicola da Tolentino, che ha messo temporaneamente a disposizione i locali, da fine luglio all’inizio di settembre sono state accolte 19 famiglie (in tutto 78 persone delle quali la metà bambini e ragazzi dai 12 giorni ai 16 anni, tra le mamme 7 erano incinte).
Famiglie in fuga dalla Siria, dall’Afghanistan, da Irak, Iran, Libia, Sudan, Marocco e Algeria, per le quali un giorno o due di sosta e riposo sono stati preziosi.
Importanti un pasto (grazie al collettivo Kesha Niya, all’Associazione Roya Citoyenne ed al Progetto 20K) e la possibilità di ricaricare i cellulari per mantenere i contatti con i familiari.
Utili le parole scambiate con l’ausilio dei mediatori, ma forse più per noi, per comprendere qualche frammento delle loro storie di guerre da cui scappare, di mesi di viaggi rischiosi, di frontiere superate e mari attraversati.
Ringraziamo sentitamente il Parroco p. Domenico, P. Hector e tutta la comunità religiosa F.S.M.I. per aver aperto le porte.
Questa esperienza si è conclusa in quanto i locali torneranno ad essere utilizzati per le attività pastorali. Per poter proseguire questo indispensabile servizio si stanno predisponendo altri spazi messi a disposizione dalla Diocesi e dalla Diaconia Valdese
Ancora una volta rinnoviamo il nostro appello alle Istituzioni affinchè riaprano un centro di accoglienza, decine di persone sono costrette a dormire all’aperto, senza servizi igienici a disposizione e con la sola assistenza delle nostre organizzazioni, di volontari italiani, francesi e di altri paesi. Ed è necessario iniziare a prepararsi ora per i mesi invernali.“