Ieri sera a Imperia si è tenuto l’ultimo appuntamento di 7 sere 7 piazze 7 temi, l’iniziativa del candidato del Pd al Consiglio regionale ligure, Enrico Ioculano.
Dopo aver affrontato sanità, agricoltura, lavoro, scuola e sociale, ambiente e infrastrutture, è stata la volta di Turismo e Sviluppo del Territorio.
“È l’ultimo argomento in ordine cronologico ma non per importanza: spesso si relega, anche per le deleghe degli assessorati (essi siano comunali o regionali) in posizione non prioritaria, dimenticando che il turismo incide notevolmente alla creazione del benessere delle persone e del pianeta e perciò deve essere affrontato come un’opportunità e non un problema” dichiara Ioculano.
“La nostra provincia è un fazzoletto di terra tra mare, collina e montagna di impagabile bellezza, con un patrimonio paesaggistico, artistico e naturalistico variegato e ricchissimo. A livello turistico si è sempre mosso con cautela, diffidenza, lentezza, in modo non omogeneo né comprensoriale. Ma come spesso ho ripetuto quando ero sindaco e ho ricoperto Ventimiglia del ruolo di capofila del primo comprensorio turistico ligure con il progetto Inriviera (che univa in una collaborazione virtuosa e armoniosa i 17 comuni intemeli), l’assenza di un turismo strutturato dà la grande possibilità di pensarlo e crearlo da capo, e in un modo sostenibile col nostro territorio. Appare quindi ora più che mai oculato usare questo settore di mercato – che genera ogni anno fatturati sempre più alti– per il bene dell’ambiente e delle persone.
Il concetto di turismo sostenibile non è nuovo, almeno nella sua definizione: è stato introdotto alla fine degli anni 80, a ruota dopo quello di sviluppo sostenibile con cui si lega a doppio filo: indica un modo di viaggiare rispettoso del pianeta, che non altera l’ambiente – naturale e sociale– e non ostacola lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche. Si tratta in pratica di un tipo di turismo non distruttivo, con un impatto ambientale basso e che punta a favorire le economie come le nostre, che non hanno grandi industrie, e neppure più l’agricoltura come traino, come avveniva negli anni 70, e non hanno neanche spazi enormi e uniformi, ma piccoli e caratteristici angoli unici.
La definizione di turismo sostenibile si oppone a quella di turismo di massa, che non tiene conto delle specificità dei territori, è invasivo e non favorisce di certo lo sviluppo economico e anziché arricchire impoverisce dove si insedia. Abbiamo una grande opportunità e un nuovo mondo da creare, rispettando le esigenze del nostro territorio e soprattutto dei suoi abitanti.
Perché degli abitanti? Qual è il beneficio di un’organizzazione metodica del turismo sul territorio? Ricordiamoci che un turismo “ben progettato e gestito” può contribuire alla creazione di occupazione e favorire il commercio. Inoltre politiche turistiche volte alla creazione di nuovi servizi, fanno ricadere le migliorie sui residenti.
Come iniziare allora? Come prima cosa occorre incoraggiare – promuovere in tutti i modi – la cooperazione tra i comuni e i territori. Sulla scia del motore propulsivo di Inriviera, dobbiamo saper proporre la nostra offerta turistica non frastagliata, non come se le nostre città fossero isole, ma dobbiamo essere in grado di fornire un’esperienza completa, che collega paesi e entroterra, città come Sanremo e Imperia a spiagge come quelle di Arma di Taggia e Bordighera. Dobbiamo mettere mano a un grande patrimonio che è la nostra sentieristica, siamo fortunati, abbiamo una rete già delineata e meravigliosa, dobbiamo metterci solo di buona lena e investirci, sia in termini di manutenzione che di promozione e diffusione. Non possiamo cadere nel cliché pregiudiziale che la comunicazione la sa fare solo la destra e Toti: anche noi la possiamo e dobbiamo fare, e la nostra differenza è che a differenza loro non siamo solo patina e selfie e tappeti rossi sotto i quali nascondiamo le polveri della malagestione del territorio!”.