primo piano - Primo giorno scuola Cassini Sanremo
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Così come è suonata la campanella di ingresso scaglionato questa mattina in tutte le scuole a partire dalle 7,45, così è già suonata la campanella di fine lezioni di questo primo giorno di scuola post-Covid19.

Come sono trascorse le prime quattro ore di ritorno in classe dopo sette mesi lo abbiamo chiesto al dirigente scolastico e ai docenti del Liceo Cassini di Sanremo.

“Il primo giorno di scuola è sempre un giorno di festa – dice il preside Claudio Valleggi – con la solita emozione degli studenti di Prima che arrivano da noi dalle scuole medie, le manifestazioni di gioia classiche degli alunni che si ritrovano, ed un quartiere intorno alla scuola che sembra rinascere. Noi faremo di tutto perché questa situazione didattica in presenza possa durare però non dipende solo da noi ma anche dal comportamento generale”.

La parola chiave di questo anno scolastico sarà flessibilità – dice Valleggi – anche nelle risposte che saremo chiamati a fornire di fronte ad eventuali emergenze che si dovessero presentare. Gli insegnanti hanno frequentato un corso di formazione specifico, gli studenti sono stati tutti avvisati, le comunicazioni con le famiglie saranno più efficaci e frequenti, siamo pronti per affrontare emergenze e cambiamenti che dovessero essere necessari”.

“Questi primissimi giorni servono anche per risolvere problemi come quello dello studente che stamattina ci ha portato un certificato dove si evidenzia la sua difficoltà a portare la mascherina. Oppure l’eccessiva vicinanza di studenti in un’aula che era sembrata con spazi sufficienti e invece non lo era e così l’abbiamo spostata in palestra. E’ un work-in-progress, l’importante è che queste regole che a volte ci sembrano restrittive e lesive della nostra libertà servano invece a dimostrare maturità e consapevolezza e non solo a scuola ma anche al di fuori per evitare che il lavoro che stiamo facendo venga vanificato nel corso delle normali attività sociali di tutti i giorni”.

“Oggi è un grande giorno tanto atteso dalle famiglie, dagli studenti e da noi insegnanti – conferma Stefania Sandra vice-preside del Cassini – perché stare lontani da scuola, a parte i primissimi giorni di lockdown, non è piaciuto a nessuno. Oggi è stato un test per verificare il lavoro di preparazione degli spazi che è stato fatto, e l’approccio dei ragazzi che è stato molto consapevole anche per quel che riguarda altre piccole costrizioni come fare l’intervallo in classe che è davvero una bella tortura. In generale li ho trovati più ordinati ed è anche mancata la corsa ad accaparrarsi il banco in ultima fila che è sempre stato considerato il migliore. Insomma, oggi hanno mostrato un senso di responsabilità che purtroppo spesso non si riscontra neppure tra gli adulti”.

“E’ dal mese di luglio che abbiamo iniziato a preparare questo rientro – dice la professoressa Patrizia Magnoni – misurando le classi e utilizzando algoritmi per avere risposte sul numero consentito di studenti in tot metri quadrati. Ci siamo preparate per affrontare imprevisti anche sui calcoli relativi al distanziamento, tenendo calda l’ipotesi di utilizzare spazi alternativi come in palestra, e sempre con l’obbligo della mascherina, per non dividere gli studenti e poterli tenere tutti insieme”.