Circa venti quintali di uva persi, per un danno economico di base intorno ai 5 mila euro. Questa la testimonianza di Giacomo Ferrari, produttore di Moscatello di Taggia, un vino aromatico della grande famiglia dei Moscati. Nei suoi vigneti la massiccia presenza di ungulati – un fenomeno in crescita esponenziale – quest’anno ha compromesso metà della produzione.
Siamo sulle colline di Terzorio, nel Ponente ligure, dove in queste settimane è in corso la vendemmia.
“Abbiamo avuto una bella sorpresa – spiega Ferrari – quando siamo arrivati per vendemmiare ci siamo accorti che metà del lavoro era già stato fatto dai cinghiali. Ci dispiace molto perché si prospettava una buona annata, la qualità era in linea con gli altri anni.
L’appello che vogliamo fare, soprattutto in questo periodo di elezioni, è che chi andrà a governare la nostra Regione si faccia carico di questo problema, ossia il sovrannumero di cinghiali che popola il nostro territorio. L’altro problema è che questi animali stanno distruggendo una grossa parte del patrimonio di muretti a secco della Liguria. È un problema, oltre che di ordine economico, anche di stabilità dei nostri versanti collinari”.