Chiamato ad esprimersi con urgenza, il giudice del Tar del Lazio ha respinto al mittente, cioè il Silb, la richiesta di sospensione cautelare dell’ordinanza attraverso la quale il ministro della Salute Speranza ha vietato, quattro giorni fa, alle discoteche di continuare a tenere aperto dopo la faticosa ripartenza di luglio.
Il tribunale amministrativo ha motivato la sua decisione ritenendo prevalente l’interesse generale pubblico a tutela della salute nel contesto della grave epidemia in atto rispetto agli interessi dei privati, in questo caso i gestori delle discoteche. Le immagini di assembramenti e danze sfrenate immortalate in alcune grosse discoteche con la stragrande maggioranza di avventori senza mascherina hanno causato la drastica presa di posizione. Anche i dati di questa ancora contenuta seconda ondata di contagi indicano senza dubbio un drastico calo dell’età media dei nuovi ‘positivi’ che è scesa da quasi i 70 a 34 anni.
Un intero settore viene così penalizzato, 2.500 locali con regolare licenza, dei quali però solo un 20% circa era stato in grado di riaprire almeno per salvare l’estate. Al Governo hanno valutato che era troppo complicato se non impossibile far rispettare le norme anti Covid e adesso si cerca una via d’uscita per ricucire lo strappo tra Stato e Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo (Fipe Silb).
E’ lo stesso Tar del Lazio a confermare la comune volontà della Conferenza delle Regioni e del Ministero per lo Sviluppo Economico di sedersi velocemente intorno ad un tavolo per decidere le misure di sostegno, ormai indispensabili, da applicare al settore interessato.
Ma intanto l’ordinanza, non impugnabile dalle singole Regioni, resta pienamente in vigore almeno sino al 7 settembre. Secondo il Silb, con ancora quasi un mese di vacanze per gli studenti, il provvedimento incrementerà le feste private senza possibilità di un minimo controllo, sia per l’osservanza delle norme anti contagio, sia per ogni altra forma di tutela legale.