Dopo il weekend di Ferragosto in Italia non si balla più. È questa la decisione principale maturata nelle ultime ore dopo il confronto tra il governo e le regioni.
A partire da domani è sospesa l’attività delle discoteche, delle sale da ballo e dei locali similari, anche all’aperto. Il ministro Speranza ha dichiarato: “Diamo un segnale al Paese che bisogna tenere alta l’attenzione. “Il danno atteso dalla chiusura delle discoteche è alto ma non ci sono alternative. Serve maggiore attenzione,” ha aggiunto il ministro Patuanelli.
Lo si apprende dalle testate nazionali che riportano le dichiarazioni dei ministri.
La decisione arriva dopo i dati degli ultimi giorni che vedono un aumento dei casi. Anche in Liguria dove nelle ultime 24 ore sono stati accertati 12 nuovi contagi. È questo un provvedimento già nell’aria da tempo e che a breve sarà ratificato dal governo.
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, a margine dell’incontro con il governo, ha informato i cittadini con una diretta su Facebook.
“A preoccupare – ha dichiarato Toti – sono gli assembramenti di questi giorni e i classici riti dell’estate come il ballo. Tante persone molto vicine creano anche un problema nel rintracciare i contagi. Questo non significa la chiusura dei locali. Si potrà continuare a frequentare i locali che potranno continuare a fare i cocktail e tutte le altre attività, ma non si potrà ballare.”
La seconda misura prevede l’obbligo di indossare la mascherina fuori dai luoghi di assembramento, quindi locali e similari, dalle 18 alle 6 del mattino seguente.
“Per i gestori del locali è già previsto un risarcimento dall’ordinanza,” ha spiegato Toti.
“Ho detto – ha aggiunto il governatore esponendo le sue perplessità – che per limitare le libertà dei cittadini, le libertà di impresa, di spostamento e attività ci devono essere motivi gravi e oggi la nostra sanità non è in sofferenza. Si possono limitare le libertà solo se c’è un fondato rischio di non poter curare le persone, rischio che oggi non c’è e non è nemmeno all’orizzonte. Le nostre terapie intensive sono libere. In Liguria abbiamo 200 posti per terapie intensive a fronte di soli 3 pazienti. Non riteniamo di essere in una nuova emergenza sanitaria.”
“Sacrifici come quelli appena presi possono essere accettati, ma niente di più tollereranno le regioni. Non possiamo permettercelo,” ha concluso Toti.