Vittorio De Scalzi, uno dei fondatori della storica band dei New Trolls, è stato ospite di Riviera Time nei giorni scorsi, reduce dai festeggiamenti in onore di San Giovanni, patrono della sua città natale Genova.
“Mio padre si chiamava Giovanni – dice – e del 24 giugno ho bellissimi ricordi d’infanzia quando da ragazzi si faceva a gara tra i rioni genovesi su chi faceva il falò più grande. Genova è sempre nel mio cuore anche se da sei anni ho preso casa e vivo a Sanremo”.
“A causa dell’emergenza sanitaria – spiega De Scalzi – ho perso almeno una trentina di concerti e oltre all’aspetto economico, quello che mi manca di più è il palco e il contatto con il pubblico. Il mio dispiacere e i miei pensieri vanno anche a tutti quelli che lavorano con me, musicisti, tecnici e le varie maestranze costrette a stare ferme senza lavorare”.
Come hai trascorso questo lungo periodo chiuso in casa?
“Dopo qualche giorno di assestamento ho iniziato a scrivere canzoni. Con tutto il tempo a disposizione mi sono lasciato guidare dall’ispirazione e non ho potuto fare a meno di pensare alla mia Genova con la speranza di una sua rinascita. Una di queste nuove canzoni gliel’ho dedicata e si intitola ‘Quelle navi’, il mare quindi ma anche il ponte crollato e tutto quello che è successo. Purtroppo questa bellissima e storica città è stata alla ribalta solo per cose brutte ma sono sicuro che tornerà ad essere quella che era, compresa la sua vena cantautorale. Io che sono stato l’esponente di una rock band ho l’animo del cantautore, ho condiviso anni con Fabrizio De Andrè, ho scritto canzoni per Mina, Ornella Vanoni, Anna Oxa, e quando mi esibisco la gente mi chiede brani dei New Trolls e ho imparato a convivere con la conflittualità tra il personaggio della rock-band e l’animo del cantautore”.
“Dopo un’attesa che sembrava non finire mai – spiega – adesso inizia di nuovo a suonare il telefono per chiedere la mia disponibilità per concerti estivi e questo mi rende felice. Quando eravamo chiusi in casa ho anche fatto qualche concerto online ma quando finisce mi aspettavo in automatico che arrivasse l’applauso che invece non poteva arrivare. E’ un po’ come per il calcio adesso, quando fai gol non si sente il boato del pubblico, ci rimani male e ci vuole un po’ ad abituarsi. A proposito di calcio, sto seguendo tutto da grande tifoso della Sampdoria e c’è da soffrire parecchio anche se qualche segnale di gioco l’ho intravisto. Speriamo di farcela…”
Quando tornerai ad esibirti nella nostra Riviera dei Fiori?
“Un concerto c’è ed è quello che tornerò a fare con l’attore Zap Mangusta, all’anagrafe Diego Roberto Pesaola. Si chiama ‘Dica 33…giri” ed è un mix di storie e canzoni degli anni ‘60 e ’70 con il supporto di video di quell’epoca, uno spettacolo recitato, suonato e cantato che dovremmo presentare a Villa Ormond di Sanremo”.
Finita l’estate si dovrà nuovamente parlare di Area Sanremo, il concorso canoro che porta due cantanti sconosciuti sul palco del Festival, e la cui ultima giuria era presieduta proprio da Vittorio De Scalzi.
“E’ stata un’esperienza bellissima – conferma – tutti questi ragazzi e ragazze da tutta Italia con i loro sogni e le loro speranze. E’ stato un lavoro duro e impegnativo ma l’energia dei partecipanti e sentire cosa hanno da proporre sono stati linfa vitale per noi. Dalla prossima edizione mi aspetto molto, e nonostante tutto anche più iscritti anche se i posti a disposizione saranno sempre gli stessi”.
“Il Festival di Sanremo mi porta tantissimi bei ricordi. Ne ho fatti sette con i New Trolls ma il mio miglior risultato l’ho ottenuto da autore quando scrissi ‘Soli’ per Drupi che si classificò al terzo posto nel 1982. Otto partecipazioni quindi e una medaglia di bronzo, posso essere soddisfatto anche così” conclude sorridendo Vittorio De Scalzi.