Come era facile prevedere, e proprio come avevamo previsto, la mancanza di certezze e il continuo spostamento della data di apertura delle frontiere francesi inizia a sollevare malumori e grida d’allarme da parte di operatori turistici transalpini.
L’Italia, se non peggiorerĂ la situazione epidemica, ha annunciato il semaforo verde delle sue frontiere a partire da martedì 3 giugno. La Francia e la maggioranza delle altre nazioni UE hanno rimandato ad ‘almeno’ il 15 giugno l’apertura dei loro confini.
Con dichiarazioni scioviniste in linea con la loro storia, i nostri vicini di casa hanno fatto capire che possono anche fare a meno per un po’ dei turisti stranieri dato che il 70% degli incassi da quel settore deriva da flussi interni, ma non hanno tenuto conto delle inevitabili reazioni degli addetti del settore che soprattutto a Parigi e sulle coste del sud non possono invece fare a meno dell’indotto generato dagli stranieri.
L’ultimo, in ordine di tempo, grido d’allarme arriva dal Direttore dei Porti in ambito Camera di Commercio che gestisce il porto di Nizza.
“Senza la rapida riapertura delle frontiere – ha detto Jean-Marc Bèrard – prepariamoci ad avere dei ‘decessi’ tra le imprese del porto di Nizza. Molte di loro non riusciranno piĂą a rialzarsi. Bisogna uscire dall’incertezza per rilanciare economia e turismo”.
Le spiagge e le strutture turistiche sul mediterraneo sono pronte ed alcune hanno giĂ aperto con le norme di sicurezza applicate, cercando di iniziare ad incassare qualche euro grazie al soleggiato ponte della Pentecoste ma contano non solo sui turisti di casa e lo dicono a gran voce. Giovedì il Governo dovrebbe annunciare qualche novitĂ riguardo proprio l’organizzazione delle vacanze estive che la Francia restringe ai mesi di luglio e agosto ma si aspetta anche una decisione sui saldi che erano inizialmente previsti a partire dal 24 giugno e che verranno sicuramente spostati di tre o quattro settimane.