Dopo l’approvazione del decreto legge spiegato ieri sera dal presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, arriva oggi anche l’ordinanza regionale che il governatore Giovanni Toti firmerà non appena sarà pubblicato il dpcm.
L’ordinanza, in vigore a partire dalla mezzanotte di oggi, segue le linee guida individuate dalla conferenza delle regioni e approvate dal governo (scarica il documento QUI) e ricalca sostanzialmente il decreto ministeriale.
Via libera quindi agli spostamenti all’interno della Regione senza alcun limite. Non sarà necessaria l’autocertificazione e ci si potrà spostare senza la necessità di avere una motivazione particolare. Possibile anche incontrare gli amici, ma rimane il divieto di assembramenti e il distanziamento sociale di almeno un metro tra le persone che non abitano sotto lo stesso tetto. “Si può fare tutto come in passato, ma la malattia è ancora tra noi. Continuiamo a rispettare le norme di sicurezza,” ha commentato Toti. “I numeri sono positivi e saranno tenuti d’occhio,” ha aggiunto.
Da domani riaprono praticamente tutte le attività: commercianti al dettaglio, ristorazione in generale, servizi alla persona in generale, stabilimenti balneari e le spiagge liberi (che saranno però oggetto delle singole ordinanze dei comuni, al cune aree domani saranno probabilmente chiuse per organizzarsi), le strutture ricettive tutte compreso campeggi, attività motoria svolta presso piscine e palestre (la Regione anticipa così la riapertura prevista dal governo il 25 maggio), centri sportivi pubblici e privati, mercati e fiere, i tirocini extra-curricolari, uffici aperti al pubblico, manutenzione del verde e dal 20 maggio anche le scuole guida (il ritardo è dovuto all’attesa delle linee guide del ministero dei Trasporti).
Per quanto riguarda il lavoro svolto il presidente Toti ha dichiarato: “In questo paese credo ci sia un male endemico. Quando qualcuno prova a semplificare e rendere comprensibili, chiare e applicabili le regole, c’è sempre un problema di troppo, un ente di troppo; qualcuno che fugge da una responsabilità che sarebbe propria. In questa palude in cui tutte le responsabilità si mescolano, dove ogni ente si sente in dovere di dire la propria, si rischia di creare un assetto normativo che già in tempo di pace era impossibile da applicare per le imprese, figuriamoci in tempo di guerra al Covid. Le regioni fino alle 4 di notte hanno fatto un lavoro immane per un documento, realmente applicabile, fatto da più atti: il decreto legge, il decreto del presidente del Consiglio e le ordinanze regionali.”