Mentre da noi si procedeva alla consegna delle Bandiere Blu ma con la prospettiva di una stagione turistico-balneare ancora piena di troppe incognite, quasi contemporaneamente il Governo francese annunciava questa mattina la messa in opera di una sorta di ‘Piano Marshall’ per sostenere il turismo che è considerato una priorità nazionale per l’economia, mettendo sul piatto un tesoro del valore complessivo di 18 miliardi di euro. Il primo ministro Eduard Philippe ha detto: “Siamo entrati nell’emergenza che eravamo i primi nel mondo, e come tali dobbiamo rimanere”.
Un impegno che non ha assolutamente precedenti. Le imprese del settore potranno continuare ad accedere alla cassa integrazione nelle stesse modalità attuali sino alla fine di settembre. Oltre 60mila di queste imprese hanno già beneficiato di prestiti senza interessi e garantiti dallo Stato per un totale di 6,2 miliardi, un aiuto prima per la ripresa e poi per il rilancio del turismo ‘made in France’.
Sarà destinato solo alle zone colorate in verde, quei dipartimenti cioè che hanno dimostrato nei giorni scorsi un trend decisamente migliore riguardo la pandemia. E in verde sono stati classificati, tra gli altri, tutti i dipartimenti della fascia mediterranea e l’ovest della nazione.
Nel corso dell’ultima settimana di maggio ci saranno gli annunci per la riapertura ai primi di giugno di bar, ristoranti e caffè ma le partenze per le vacanze non dovrebbero scattare prima dei due mesi centrali, quelli di luglio ed agosto, con la riapertura delle strutture di accoglienza. Alberghi, campeggi, affittacamere però sono autorizzati a ricevere prenotazioni e acconti con l’impegno sottoscritto di rimborso totale nel malaugurato caso di peggioramento della situazione sanitaria.
Anche quella di ieri non è stata una giornata senza lutti legati al coronavirus. La Francia ha superato la soglia di 27.000 morti, 450 dei quali nelle Alpi Marittime e nel Var, ma è la situazione che si continua ad alleggerire negli ospedali a portare fiducia nella ripartenza. I ricoverati in rianimazione sono scesi a meno di 2.500, un numero che la struttura sanitaria transalpina è in grado di gestire agevolmente.