Si parla molto del 4 maggio, della possibilità di poter tornare ad una parvenza di normalità, di ripresa graduale e prudente dei ritmi di vita cui eravamo abituati sino a tre mesi fa. Si dibatte su chi potrà beneficiare di un allentamento delle restrizioni e di regole che tutti aspettano e che inevitabilmente creeranno un’ondata di polemiche e di malumori.
Tra i temi che già da qualche giorno vengono affrontati c’è anche quello relativo all’età. Il tragico elenco delle vittime colpite da Covid-19 riguarda nell’80% dei casi persone della terza età, una fase della vita che muta in continuazione i suoi confini anagrafici. Secondo le ultime statistiche fornite dall’OMS che fanno riferimento al 2015, l’Italia è al settimo posto nel mondo per ‘speranza di vita’ con i suoi 82,7 anni di media (84,8 per le donne e 80,5 per gli uomini) dietro Giappone, Svizzera, Singapore, Australia, Spagna e Islanda.
Quel che è certo è che la popolazione italiana invecchia sempre meglio nonostante il coronavirus, e sentir dire che gli over 65 potrebbero essere costretti a proseguire il confinamento anche dopo il 4 maggio ha fatto arrabbiare tutta quella fascia ancora attiva e che in moltissimi casi aspetta con ansia la soglia dei 67 anni per andare in pensione.
“Cum grano salis – dice al proposito Costanza Pireri, assessore ai Servizi Sociali di Sanremo – è quello che mi aspetto anche su questa materia. Nel senso che ci vuole saggezza e discernimento, senza fare di tutta l’erba un fascio”.
“Gli anziani vanno e andranno più tutelati, soprattutto quei soggetti a rischio che presentano patologie che necessitano cure costanti. Dire anziani a 65 o a 70 anni sono numeri buttati lì un po’ a caso, meglio aspettare quelle che saranno le decisioni del Governo e io sono fiduciosa tenendo presente che tutto è volto alla tutela della salute della popolazione per combattere e debellare questo virus che è infido e nefasto”.
Come stanno cambiando le abitudini delle persone più anziane?
“Ho notato che hanno in generale più paura di prima, sanno di vivere la parte finale della loro vita ma temono di aver meno tempo a disposizione con questo killer in giro. Impegni, scadenze, progetti escono dai cassetti e vengono affrontati senza essere rimandati”.
“Ad esempio – racconta Costanza Pireri – sono aumentati i matrimoni tra gli anziani e qualche volta, anche pochi giorni fa, ne ho celebrati tra coppie quasi in fin di vita anche di contagiati dal virus, partner che stavano insieme da venti o trent’anni e che prima di morire volevano unirsi in matrimonio non solo per regolarizzare la loro posizione ma proprio per suggellare un lungo percorso comune di affetto, amore, rispetto e sostegno reciproco con il matrimonio. Ho ‘sposato’ una coppia con lui che non riusciva più nemmeno a parlare, ma davanti a quattro testimoni, un funzionario comunale e la conferma da parte dei medici della capacità di intendere e volere, è stato sufficiente un cenno di assenso con la testa per considerare civilmente valido il matrimonio”.