Uno dei temi ricorrenti di questa quarantena da Covid-19 è l’alimentazione; stiamo riscoprendo il piacere della cucina con il pensiero di cosa mangiare, cosa comprare , cosa cucinare, senza conoscere però molte volte cosa portiamo nei nostri piatti e se realmente sono prodotti sani e di qualità e da questa riflessione parte il pensiero dell’imprenditore agricolo e scrittore Marco Damele:
“L’agricoltura che dobbiamo pensare ora a far crescere in futuro è quella che sa dare al tempo stesso garanzie ai consumatori circa la salubrità dei prodotti e sicurezza dal punto di vista ambientale. La genuinità degli alimenti è in ragione inversa del progresso; cioè quanto più è alto lo sviluppo tecnologico di un popolo, tanto più si accentuano le insidie alla sua alimentazione.
Chi è il responsabile dei cibi non genuini che troviamo nelle nostre tavole, nei negozi e che quotidianamente consumiamo? Sono favorevole a mangiare italiano, ma preferisco prima di tutto mangiare sano e naturale, perchè la nostra politica agricola in questi decenni non ha fatto nulla per difendere la biodiversità alimentare, oggi l’agricoltura è in crisi non solo per l’emergenza Coronavirus e molti cibi sono già irrimediabilmente scomparsi .
Questo e’ il periodo dell’anno in cui inizia a risvegliarsi la natura, insegniamo anche da casa ai bambini a riconoscere le piante, a studiarne le caratteristiche, se possibile anche a sporcarsi direttamente le mani al contatto con la terra senza rimproveri, senza costrizioni senza quelle barriere che la natura per fortuna non conosce.
In Italia ci sono oltre 5000 specie botaniche non autoctone, cioè non originarie del nostro territorio,ma arrivate in Italia grazie alla migrazione dei popoli, agli scambi commerciali o per casualità che quotidianamente noi consumiamo nelle nostre tavole, coltiviamo nei nostri terreni o ammiriamo nei giardini.
Siamo però pronti a difendere a spada tratta il “Made In Italy”, parlando di mangiare cibo italiano e sovranismo alimentare senza conoscere però la Storia. Impariamo tutti quanti prima di tutto a mangiare sano, poi certamente anche italiano.”