Con la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza coronavirus, sempre più bambini e ragazzi si collegano online per seguire le video-lezioni, condividere documenti ed elaborati, ma anche per trascorrere del tempo con i propri amici e compagni di classe, mantenendo così quei rapporti sociali fondamentali per la loro crescita.
I dirigenti scolastici, secondo quanto previsto dal Dpcm dell’8 marzo 2020, attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza.
Anna Maria Fogliarini, dirigente scolastico dell’Istituto G. Pascoli di Sanremo, spiega l’organizzazione dei corsi e delle lezioni online, evidenziandone potenzialità e criticità. “Abbiamo fatto tesoro di alcune esperienze che avevamo già acquisito con un progetto che coinvolgeva altre classi, il progetto Classe 3.0. Dopo un iniziale disorientamento, in quanto nessuno avrebbe supposto che la pausa si sarebbe protratta a lungo termine, abbiamo disposto che le classi della scuola secondaria e le classi 4ª e 5ª della primaria utilizzassero la piattaforma Google Classroom. Nell’ambiente virtuale gli insegnanti diffondono lezioni in asincrono, perché pensiamo che così siano più fruibili da tutti gli studenti, oltre a link a materiali, risorse varie e consegne di lavoro.
Ultimamente stiamo pensando di utilizzare alcuni strumenti, come ad esempio Google Hangouts Meet, per dare la possibilità agli insegnanti delle classi della scuola secondaria di incontrare virtualmente i ragazzi, questo per mantenere vivo l’ambiente di apprendimento e per consentire agli studenti di riappropriarsi della dimensione del contatto e della socialità”.
Per i più piccoli della scuola primaria: “Abbiamo continuato a usare la bacheca del registro elettronico per distribuire le consegne di lavoro e gli insegnanti hanno prodotto lezioni registrate che hanno diffuso attraverso strumenti un po’ meno formalizzati. Abbiamo avviato un progetto di scrittura creativa che comporterà la realizzazione di un libro di ricette a più mani a distanza, tra tutti i bambini e i loro genitori, questo per dare importanza all’aspetto comunicativo e creativo.
Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia: “Gli insegnanti stanno producendo file video, audio, musicali per ricreare l’ambiente scolastico della sezione attraverso la diffusione di filastrocche, immagini, canzoni e l’attivazione di laboratori di educazione artistica. Il tutto per ricreare l’ambiente della classe.
Nel passaggio improvviso ad una didattica completamente online non sono mancate le difficoltà: “Gli insegnanti da un giorno all’altro si sono trovati a dover affinare le loro competenze digitali e a mettere in campo delle nuove strategie didattiche – spiega il dirigente scolastico. – Se devo fare un bilancio, posso comunque dire che effettivamente il coronavirus ci è servito perché ha attivato delle dinamiche di confronto e di scambio professionale che rimarranno come patrimonio della nostra scuola, ci ha insegnato nuove forme di resilienza che ci serviranno in futuro”.
Numerose anche le criticità di tipo tecnico a cui si è dovuto far fronte: “Non tutti gli studenti sono raggiungibili facilmente, anche a livello di connessione Internet, ci sono poi famiglie con più figli che si contendono il computer e il problema della mancanza di compretenze digitali da parte dei più piccoli”.
“Per quanto riguarda le classi di 3ª media – prosegue – che quest’anno hanno l’esame di Stato, ci stiamo attivando per creare una repository di ulteriori materiali e risorse, una banca digitale dove tutte le risorse create dai docenti vengono archiviate”.
“Magari – conclude Anna Maria Fogliarini – l’opinione pubblica pensa che gli insegnanti sono in vacanza. In realtà in questo momento da casa c’è tanto lavoro”.