Nella giornata di ieri giovedì 19 marzo 2020, la CGIL – SLC è venuta a conoscenza dell’accertata positività al virus COVID-19 di una dipendente di Poste Italiane applicata presso il cento di smistamento (Cdm) di via Spontone a Imperia.
Lo comunica il sindacato con una nota stampa: “Il centro di via Spontone è la più grande unita’ produttiva per concentrazione di lavoratori postali della provincia di Imperia. Il luogo in cui lavorano non solo tutti i postini compresi nella fascia costiera da Cervo a San lorenzo al mare, vallate comprese, ma anche quello da cui muove tutta la corrispondenza e pacchi in entrata e in uscita dalla provincia di Imperia, comprendendo quindi numerosi lavoratori addetti allo smistamento e alla guida di mezzi aziendali addetti al trasporto della posta. Abbiamo immediatamente intimato all’azienda di mettere in campo tutte le misure straordinarie previste per questi casi dal DPCM 11.03.2020. Questo fatto gravissimo per la nostra provincia, mette ulteriormente a repentaglio la salute di tutti i lavoratori postali e della cittadinanza proprio per la caratteristica di “hub” del Cdm di via Spontone. Ricordiamo che in Lombardia due colleghi sono deceduti a causa del COVID-19 e che numerosi sono risultati positivi ad esso o posti in quarantena un po’ in tutta Italia. Il Coordinamento Poste di SLC-CGIL, gia’ in data 16/03/2020 produceva una segnalazione/esposto inviato alle ASL regionali dove segnalava la carenza delle forniture di appositi DPI (mascherine, guanti e gel alcolici) e il forte ritardo nella sanificazione degli ambienti lavorativi e di quelli aperti al pubblico in Liguria.
In un momento in cui tutto il paese e’ sottoposto a prevvedimenti di urgenza e gravita’ mai visti nella nostra storia, a causa della pandemia di COVID-19, pretendiamo al fine di tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori di Poste Italiane un rispetto completo e puntuale di tutte quelle norme comprese nel DPCM 11.03.2020 che prevede la sanificazione quotidiana di tutti gli ambienti lavorativi e la dotazione puntuale di tutti quei dispositivi atti a contrastare la diffusione del virus, anche per evitare di estendere il contagio a tutti i cittadini che fanno uso dei servizi postali.
Chiediamo inoltre che vengano effettuate sia negli uffici che nel recapito solo quelle azioni effettivamente ritenute urgenti e indifferibili al fine di limitare il numero di lavoratori in servizio e di utenti dei servizi postali, chiedendo all’azienda di chiarire una volta per tutte cosa si intenda per questo.
E’ necessario adottare misure ancora piu’ concrete e urgenti per tutelare la salute pubblica e quella dei lavoratori, come ad esempio posticipare di almeno un mese la scadenza dei pagamenti delle utenze al fine di limitare l’afflusso negli uffici al minimo.
Adottando nuove misure ancora piu’ stringenti per contrastare il virus, crediamo si possa arrivare a chiudere tutto, tranne il pagamento di pensioni e stipendi a fine mese.In questa maniera si puo’ dare un concreto aiuto a quei servizi veramente essenziali, come ospedali, protezione civile e negozi di alimentari, destinando a loro i dispositivi di protezione individuale attualmente utilizzati da Poste Italiane. Prima la salute dei cittadini e dei lavoratori e dopo il conto economico delle aziende.