Con la chiusura di tutte o quasi le attività commerciali, oggi Sanremo presenta un numero ancora inferiore di persone in giro nelle zone che solitamente sono le più affollate.
Il nostro tour inizia dalla zona portuale. Tutti i bar e ristoranti sono chiusi e desolatamente vuoti, a partire da quelli davanti al forte di Santa Tecla. Proseguiamo lungo il fronte porto vecchio dove gli unici due esercizi commerciali autorizzati all’apertura sono un’edicola e un tabaccaio. Altre edicole e altri tabaccai anche in pieno centro sono chiuse per ferie.
Dalla zona portuale a Piazza Sardi e Piazza Bresca, luoghi della movida sanremese, il passo è breve e soprattutto la desolazione è tangibile. Queste due zone attigue sono piene di bar e ristoranti alcuni dei quali hanno fatto la storia della città. Sono tutti chiusi, all’interno non c’è nessuno o al massimo i soli titolari che probabilmente cercano di analizzare la situazione e i loro volti la dicono lunga sulla preoccupazione che li pervade.
All’ingresso con via Matteotti, proprio davanti a Palazzo Borea d’Olmo incrociamo l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Sanremo. Costanza Pireri non perde il suo solito buonumore e ci spiega velocemente che la situazione in città è sotto controllo e monitorata costantemente. “Sono lieta di vedere che si stanno rispettando le regole. Ok a commissioni e necessità, ma per il resto stiamocene a casa. Solo così possiamo combattere questo virus,” commenta.
Salendo verso la città vecchia si passa dalla deserta via Cavour e si entra nella solitamente trafficatissima e pedonale Via Palazzo: è quasi mezzogiorno ma lo scenario non cambia anzi sembra anche peggio che dalle altre parti con pochissimi esercizi aperti oltre alla farmacia, all’edicola e al tabaccaio.
Infine all’ingresso di via Escoffier qualcuno che non ha perso la voglia di scherzare ha messo una mascherina anche alla statua di Mike Bongiorno con su la scritta ‘allegria!’ un modo come un altro per esorcizzare la paura e l’angoscia che ormai ci attanaglia da giorni e che dovremo sopportare ancora per un po’.