Dopo un 2019 che verrà ricordato come l’anno buio dell’apicoltura ligure, l’inverno bollente di questi mesi sembra mettere a rischio anche la produzione del 2020.
Le temperature sopra la norma e le ripetute giornate di sole di questo febbraio anomalo hanno risvegliato in anticipo di almeno un mese 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale, ingannate dalla finta primavera. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti, basato sui dati di dicembre e gennaio: in questo periodo in Italia la temperatura è stata superiore di 1,65 gradi la media storica.
Le temperature sopra i 15 gradi hanno fatto sì che le api riprendessero in anticipo il lavoro di bottinatura ed impollinazione che ora – sottolinea Coldiretti – potrebbe essere messo a rischio da un ritorno del freddo, che farebbe gelare i fiori e morire parte delle api.
Ad oggi il settore conta, a livello regionale, un totale di 30.815 alveari, gestiti da 2.299 allevatori apistici, di cui 451 a Imperia.
Il clima mite non si fa sentire solo sugli insetti utili ma anche sui parassiti alieni con le alte temperature che stanno favorendo la sopravvivenza della cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti che è arrivato dall’Asia e ha devastato i campi e i frutteti di 48mila aziende in Italia.
In Liguria si sono anche verificate fioriture anticipate della mimosa, presente specialmente nel Ponente ligure, dove viene coltivata da circa 1500 aziende.
“L’agricoltura – scrive la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali”.