Domani, 18 febbraio, alle ore 16.30 nel teatro dell’Opera del Casinò nell’ambito dei Martedì Letterari Carlo Piano presenta il libro scritto con il padre Renzo: “Atlantide: Viaggio alla ricerca della bellezza” (Feltrinelli editore). L’incontro è inserito nel piano di formazione dei docenti e dei giornalisti.
“Inseguire Atlantide in mesi di navigazione ha costretto me e mio padre in una dimensione intima e naturale – ha spiegato Carlo Piano – dove confrontarci apertamente parlando delle svolte e delle insoddisfazioni, in una scalata alla ricerca della bellezza che passa in rassegna alcune tappe fondamentali della carriera di mio padre dal Beaubourg alla Morgan Library fino al primo grattacielo costruito a New York dopo l’11 settembre o alle periferie e al suo agire civico”.
Il Libro
“Creare è come guardare nel buio. Prima non si vede nulla, poi la vista piano piano si abitua. Ecco, bisogna avere il coraggio di guardare nel buio. Creare significa scrutare nel buio, rinunciare a rifugiarsi nella memoria di quello che è già stato fatto, sfidare l’ignoto. Anche con insolenza e ostinazione. Senza questa ostinazione, che io trovo sublime, si resta soltanto alla periferia delle cose.” Comincia un giorno d’estate al porto di Genova, a pochi passi dallo studio di Punta Nave, il lungo viaggio per mare di Renzo Piano e di suo figlio Carlo. A guidarli è un desiderio mitico e ancestrale. Vogliono trovare Atlantide. Atlantide è la città perfetta, perché ospita una società perfetta. E come tale, è il sogno di ogni architetto, l’idea regolativa che muove la sua creatività. Per trovarla, Piano ritorna nei luoghi in cui per tutta la vita ha inseguito la perfezione, costruendo nel mondo intero le proprie opere. Naviga con il figlio nel mezzo del Pacifico, sulle rive del Tamigi, ad Atene, a San Francisco. Raggiunge l’isola costruita nella baia di Osaka per ospitare l’aeroporto da lui progettato. Che cosa significa cercare la perfezione? E perché cercarla ritornando a luoghi modificati dal tempo? Perché il senso del costruire di Renzo Piano resiste alle pericolose illusioni della modernità di cui la ferita del Ponte Morandi di Genova è uno dei tragici simboli. Forse non esiste nessuna perfezione. Ogni opera architettonica porta con sé i segni del tempo. Conserva le memorie e le tradizioni, si innesta nel paesaggio e cambia insieme all’ambiente circostante. Per questo progettare significa innanzitutto prendersi cura del territorio e dei suoi abitanti.
Carlo Piano il figlio, il giornalista curioso esploratore della città e dei suoi riti. Prima di questo libro ne aveva scritti altri sulle periferie. Ama il mare.
Renzo Piano il padre, l’architetto, il senatore. Lui la città la costruisce in giro per il mondo. In questo libro racconta un mestiere avventuroso. Ama il mare e ha insegnato a suo figlio ad amarlo.
Il prossimo appuntamento è per il 24, 25 e 26 febbraio con il Festival della Legalità e delle Idee sempre nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo ore 10.00 per le scuole e ore 16.00 per la società civile.