“Imperia al Centro” è intervenuta con una nota stampa sulla mobilità sostenibile nella città capoluogo:
“In retromarcia verso un futuro green. Se voleste intraprendere una nuova strada, come l’affrontereste? Partireste in quarta, a tutta forza… oppure in retromarcia?
Noi di Imperia al Centro abbiamo letto con piacere l’articolo comparso sul Secolo XIX mercoledì 15 gennaio nel quale il primo cittadino di Imperia si dichiara a favore di mobilità sostenibile e pedonalizzazioni.
Se le parole formano il pensiero allora ogni stimolo a favore di una città più sostenibile è per noi il benvenuto. Ma coerenza vuole che fatti e parole viaggino a braccetto e se un giorno si disegnano parcheggi sui marciapiedi e nelle piazze storiche, un altro si riaprono le ZTL al traffico, e un altro ancora si lanciano raccolte firme per riaprire le isole pedonali, si rischia di risultare incoerenti.
Ma da che parte si potrebbe cominciare se si volesse una città ecologica, vivibile, sostenibile?
Si potrebbe partire per esempio da un PUMS, che non è una parola magica ma un Piano per la Mobilità Sostenibile. Ed è la versione con la S del PUM, Piano Urbano della Mobilità uno strumento volontario (a differenza del Piano Urbano del Traffico, che è obbligatorio) a disposizione dei comuni per progettare il sistema territorio-trasporti.
Ma nella S del PUMS, in verità un po’ di magia c’è, non si tratta solo di una lettera! Il Piano del Traffico sembra perdere in partenza, perché il traffico lo pianifichi e in pratica ti ci rassegni, le macchine soffocano la città e te le tieni.
Invece la S del PUMS parla di bicicletta, pedonalità, trasporto pubblico con navette elettriche, moderazione del traffico nei quartieri, sistemi integrati di trasporto merci, ma soprattutto ha l’obiettivo di costruire una città e uno spazio pubblico da consegnare ai cittadini e non alle auto.
Questo davvero cambierebbe la città e scaverebbe un solco profondo, uno spartiacque chiarissimo fra parlare di ecologia ed essere ecologici per davvero. Il ragionamento diventa cruciale nella prospettiva della pista ciclabile di prossima realizzazione sui binari dismessi della ferrovia: se riusciremo a integrarla con una rete ciclabile urbana e una serie di isole pedonali e di ZTL, potremo creare una nuova vivibilità a favore di tutti. Se invece non si attuerà una coraggiosa politica di riduzione di parcheggi e auto, la pista ciclabile resterà un corpo estraneo, ad uso di chi va già in bicicletta, senza diventare un fattore di rigenerazione urbana di tutta la città.
E allora via la retromarcia, per partire davvero verso un futuro Green!
Infine un PUMS farebbe guadagnare posizioni alla nostra cara Imperia, oggi fanalino di coda nella classifica del buon vivere italiano, con un 89° posto che tanto ha scosso le anime orgogliose di cacelotti e ciantafurche. Insomma il malato è grave ma può essere ancora salvato, basta ingranare la marcia giusta!”