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La floricoltura e la sua storia in riviera. Questo il contenuto del Floriseum di Sanremo, museo del fiore che racconta la tradizionale coltura del ponente con: documenti, foto, strumenti, personaggi che ripercorrono l’attività e ciò che ha rappresentato per il nostro territorio.

Ad accompagnarci nel nostro viaggio alla scoperta del Floriseum Arianna Palumbo, gestore del museo.

“La floricoltura dagli anni ’30 agli ’80 è stata l’unica risorsa di questo territorio – spiega ai microfoni di Riviera Time. Ci sono documenti e libri veramente importanti e tutti da scoprire. Gli strumenti che venivano utilizzati inizialmente erano ovviamente un po’ primordiali: ceste di canne per imballare i fiori recisi, o i bastoncini detti ‘bastunetti‘ per la coltivazione dei garofani.”

All’interno, oltre gli strumenti e varie foto d’epoca, che ci fanno capire come veniva effettuata la coltivazione e com’era la vita dei lavoratori, anche spazio per i grandi ibridatori e ricercatori che hanno contribuito a far evolvere la floricultura nel Ponente ligure.

Dagli anni ’30 in poi c’è la necessità di lavorare sui fiori, il mercato diventa sempre più pretenzioso e bisogna creare nuove varietà e quindi si affacciano i grandi ricercatori e ibridatori. Tra questi ricordiamo Mario Calvino, il padre di Italo, Mansuino grande ibridatore di rose, Domenico Aicardi che ha dato il nome alla scuola della floricultura e molti altri.”

Il Floriseum è in corso cavallotti 113 a Sanremo, nel parco di Villa Ormond, è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00.

Nel servizio di Riviera Time l’intervista ad Arianna Palumbo e le immagini del Floriseum.