Alla luce dei nuovi risvolti riguardanti Rivieracqua, la società consortile creata per la gestione del servizio idrico nel Ponente ligure, oggi il comune di Imperia e la sua società partecipata AMAT hanno indetto una conferenza stampa per chiarire le proprie posizioni.
Lo scorso 27 novembre l’Assemblea dei Sindaci, riunita a Palazzo Bellevue insieme al cda di Rivieracqua, ha approvato l’entrata dei privati con una quota minoritaria (tra il 30 e il 49 per cento) nella società e ha dato mandato al commissario dell’ATO idrico provinciale, Gaia Checcucci, di studiare il nuovo assetto societario per permettere questo cambiamento.
Durante la conferenza stampa di questa mattina l’assessore al Bilancio e alle Partecipate, Fabrizia Giribaldi, commenta: “La nostra posizione rimane la stessa espressa già un anno fa dal nostro sindaco Claudio Scajola, ossia l’entrata dei privati salvaguardando la guida pubblica. Questa è l’unica strada per salvaguardare il servizio e scongiurare eventuali siccità dovute a un acquedotto colabrodo.”
“Ben venga quindi – prosegue l’assessore – la decisione dei sindaci, ma ci chiediamo perché si sia aspettato un anno e mezzo. In questo periodo la situazione di Rivieracqua si è aggravata, nuovi debiti sono stati accumulati.”
Stando alle dichiarazioni del presidente di AMAT, Maurizio Temesio, Rivieracqua ha accumulato un debito totale di oltre 2,6 milioni di euro nei confronti della società imperiese.
“AMAT, per legge, è obbligata a garantire le forniture a Rivieracqua, ma continua a non pagare. La situazione di insolvenza è iniziata nel 2016 e aveva portato alla prima istanza di fallimento nel novembre 2017 (poi ritirata ndr). Proseguendo la situazione AMAT ha ritenuto di doversi tutelare perché essendo una società pubblica è soggetta ai controlli del caso e si è arrivati così alla seconda istanza di fallimento inoltrata il maggio scorso,” spiega il presidente.
Durante l’Assemblea dei Sindaci della scorsa settimana si è chiesto ad AMAT di ritirare l’istanza.
“In questo momento non può essere fatto,” spiegano l’assessore e il presidente.
“Questo perché siamo soggetti ai controlli della Corte dei Conti e dobbiamo quindi tutelare la società a guida pubblica, i suoi dipendenti e i clienti. Il ritiro dell’istanza potrà avvenire solo quando Rivieracqua presenterà un piano finanziario adeguato che permetta di pagare le forniture di AMAT e i debiti contratti con la società,” concludono.
Le interviste sono visibili nel video servizio di Riviera Time.