Avrà luogo sabato 16 novembre 2019 alle ore 15:00, presso l’Auditorium dei Chiostri di Santa Caterina a Finalborgo, la cerimonia di premiazione della IV° Edizione del Premio Letterario Internazionale “Castel Govone”, dove a sbancare il botteghino è stata la studiosa indipendente imperiese Giulia Quaranta Provenzano.
La trentenne ligure ha infatti conseguito il 1° premio con la silloge poetica edita “Poesie”, il 1° premio con le fotografie d’arte su pregiata tela “Liguria in Fantasia di Cielo e Mare”, “Ricci e colori del mare a Diano Marina” e “Universi paralleli”, il 2° premio con la silloge poetica inedita “I labirinti del cuore” e il 3° premio con il romanzo edito “La storia di Viola”.
L’evento ideato e organizzato dal Comitato per la Cultura “La Superba”, in collaborazione con il Comune di Finale Ligure vanta l’ospitalità in un suggestivo plesso monumentale nel pieno nucleo storico dell’antico Burgum Finarii, terra di confine ai tempi dei Romani e luogo amministrativo del Marchesato dei Del Carretto tra il XIV° e il XVI° secolo. Il Borgo è ancora oggi un luogo vivo, abitato, con ampie piazze e attività di vario genere caratterizzato per il patrimonio di creatività plasmato nella pietra, nella ceramica, nel vetro, nel ferro ad integrarsi in modo armonioso con il tessuto urbano e l’attenzione del sindaco Ugo Frascherelli per l’arte e i suoi artisti altresì contemporanei come ne è prova il sopracitato Premio appunto.
“Mi fa senz’altro piacere l’apprezzamento palesato con l’attribuzione di diversi premi, in più sezioni. Gli elaborati artistici senza pubblico sono un po’ come un amaranto o una camelia: pur belli, rimarranno sempre e soltanto corolle poco amabili, senza profumo…” esordisce la Quaranta Provenzano.
Giulia poi continua: “Per ciò che concerne gli scatti presentati ho scelto tre fotografie che fossero emblematiche di alcuni Leitmotiv nel mio percorso d’artista, della mia intensa passione per l’arte visiva che mi accompagna già dalla fanciullezza e che si è arricchita nel tempo (e ancora continua!) di un’assidua ricerca nell’ambito dei giochi di luce e di contrasti, di colori non aggiunti in maniera puramente artificiale ma elaborando le gradazioni di alcuni punti cromatici immortalati nello scatto. È così che in “Liguria in Fantasia di Cielo e Mare” piccole luminosità su acque azzurro intenso sono diventate simili a perle che il mare fa emergere in superficie onde rendere visibili i tesori che giacciono in esso e calamitare con tale estetica gli umani nella cupa realtà delle sue profondità, profondità presentate nella tonalità di blu scuro privo di luce come nell’inquadratura a sinistra della fotografia, quasi si travesta in un’illusione di vita. Tutto ciò in quello che è il doppio binario tipico del mare di quanto ammalia per la sua bellezza e quanto di sinistro si mimetizza nelle sue più ime acque, comunque visibile, però non percepito consapevolmente da chi osserva ed introiettato inevitabilmente da meccanismi inconsci ed intuitivi del cervello attivi sul piano delle emozioni nell’incontro misterioso ed eccitante con i mondi interiori dell’arte che presenta l’esistenza nella sua ineludibile circolarità. “Ricci e colori del mare a Diano Marina” propone invece un riccio con aculei nell’accattivante forma a tutto tondo, appoggiato in posizione di riposo al basso fondale pietroso della costa ligure nella sua tranquilla solitudine marina protetto da acque – anche nella presente immagine – blu scuro, violette e azzurrate dove appare come una presenza affascinante e fiabesca della segreta vita di un mare amico dell’uomo. In tale fotografia (le acque e) il mare della Liguria, spesso di aspetto dinamico ed inquietante, viene presentato come caratterizzato al contrario da una grande calma quasi fosse una casetta giocattolo – mentre in natura ha di per sé ben altra connotazione rispetto a quella di quieta per quanto antichissima e primordiale casa dell’infanzia dell’esistenza. Riccio questo fruibile in veste di piccola meraviglia che nell’inquadratura e nella scelta dei colori mette in risalto la pace e l’incanto della costa dianese e dei suoi acquatici abitanti, delle sue preziosità a portata di mano dell’umanità. Un mare quello di Diano Marina mostrato nel suo volto più mansueto e invitante a non averne paura, capace di innocenti giochi con le persone. “Universi paralleli” vanta infine una tecnica squisitamente astratta, con chiaroscuri che proiettano il dato reale in una dimensione onirica dove la protagonista è inconfondibilmente la luna nella sua fluida luminosità. Luna che riesce ad avere la meglio sulla obnubilante oscurità che l’avvolge, regalando un messaggio di speranza universale. Richiami ivi anche all’immenso, all’indefinito, al senso di smisurato e allo stesso tempo allo smarrimento e inadeguatezza momentanea tipica dell’umanità di fronte ad un qualcosa di infinitamente più grande di lei. Immagine calda, carica di stupore e commozione nello stringere e dilatare gli spazi, riempirli di gioia e sfumature giocando con l’obiettivo e stimolando a voli pindarici attraverso nebulose, notti cromatiche, alchimie e geometrie che si sciolgono come d’incanto davanti alla macchina fotografica donando così a chi sa cogliere l’istante sfuggevole un attimo di emozionalità”.
Giulia Quaranta Provenzano ha in ultimo sottolineato come simili ossimoriche tematiche siano presenti pure nelle sue liriche, definite “foto a parole”, edite ed inedite e nel suo romanzo il cui focus è la tensione tra volere e dovere.