Prosegue la campagna informativa dell’Arma finalizzata a sensibilizzare le fasce deboli – nella fattispecie gli anziani – all’adozione delle migliori cautele atte a prevenire l’odioso fenomeno delle truffe.
Oltre agli incontri che vengono organizzati periodicamente sull’intero territorio provinciale, i Carabinieri hanno compiuto un ulteriore passo verso il cittadino, raggiungendolo anche dove, nei primi giorni del mese, di norma ritira la pensione. I militari, in uniforme, sanno pertanto presenti presso gli uffici postali: nell’occasione, oltre a scambiare qualche piacevole chiacchiera, le persone potranno avere la brochure contenente i consigli per evitare le truffe, nonché i recapiti dei presidi dell’Arma in provincia.
Alcuni consigli dei Carabinieri:
– non fidatevi degli sconosciuti, anche se vestono un’uniforme. E chiamate sempre ed immediatamente il 112;
– non aprite a chiunque la porta di casa;
– non fidatevi delle apparenze. Spesso, come accennavamo, siamo di fronte a una persona distinta, elegante e particolarmente gentile. Dice di essere un funzionario o un tecnico: ma in questi casi, nella realtà, la visita è normalmente preannunciata. Quindi, sarà sufficiente un “controllo incrociato” con l’ente di riferimento per ritrovare la tranquillità: nel senso, aiuta avere nell’immediata disponibilità una rubrica con i numeri di telefono “utili”: Stazione Carabinieri, Ospedale, et cetera. Ma anche l’azienda fornitrice di energia elettrica, l’impresa del gas, acquedotto, Poste, e via dicendo (la brochure che il Comando provinciale ha realizzato contiene uno spazio apposito dove potrete annotarli);
– è importante ricordare che né le forze di Polizia, né altri enti chiederanno mai di controllare il denaro in contanti, soprattutto per verificare se sia fasullo o meno;
– prima di far entrare chiunque, accertatevi della sua identità ed eventualmente fatevi mostrare il tesserino di riconoscimento, che deve essere visibile o esibito a richiesta. Se il dubbio persiste
– anche se la persona davanti a voi dice di essere Carabiniere o poliziotto, chiamate il 112 o la Stazione Carabinieri competente per territorio (ne abbiamo 20 in provincia): vedrete che cercherà di indurvi a non farlo o si allontanerà velocemente con una scusa. In questo caso avrete fatto un’ottima prevenzione, ma avvertite comunque le forze di polizia della presenza del potenziale truffatore in giro, perché potrebbe dedicarsi ad altre persone;
– non date soldi a sconosciuti che dicono di essere funzionari di Enti pubblici o privati di vario tipo, né tantomeno date soldi all’”amico del figlio” incontrato per caso, che sostenga che un parente ha acquistato qualcosa (in genere un computer, uno smartphone o altro) e la vittima deve pagarlo; o ancora, a quello che chiede soldi col pretesto di dover pagare l’assicurazione del figlio o di ottenere il risarcimento del danno da un incidente che, ovviamente, non si è mai verificato. Soprattutto, riprendendo l’esempio a cui abbiamo accennato poc’anzi: nell’ordinamento giuridico italiano non è prevista la liberazione dell’arrestato su cauzione, per cui se qualcuno vi chiede una somma di denaro per “liberare” un vostro parente arrestato, per qualsiasi cosa possa aver commesso (dall’investimento, all’omicidio su strada), siete sicuramente vittima di una truffa;
– non considerate il fatto che vi “passino” il parente al telefono: preferite semmai contattare direttamente la persona interessata, avendo certezza dell’identità.