“Città bene comune” interviene con una nota stampa in merito ai temi del verde pubblico e del PUC:
“Il taglio dei pini e del verde in generale, sia pubblico che privato, a cui assistiamo da alcuni anni, è la strada che il comune di Sanremo ha scelto come progetto di gestione di questo importante bene comune, in alternativa alla manutenzione evidentemente ed erroneamente considerata costosa.
In nome dell’eliminazione del pericolo di caduta delle piante (via Padre Semeria) e della costruzione di “nuove quinte scenografiche” (fronte di Santa Tecla), con la legittimazione di relazioni tecniche molto spesso “discutibili” soprattutto nel privato (esempio vergognose relazioni per abbattere pini condominiali !!!) il nostro importante patrimonio verde, anche storico viene sistematicamente abbattuto.
Lo “skyline” di Sanremo è completamente cambiato ed il “vuoto” lasciato dagli ingenti tagli degli alberi mostra senza più filtri la mediocrità dell’edilizia della nostra città.
Siamo ulteriormente preoccupati per le intenzioni espresse dall’amministrazione Biancheri bis di introdurre nel PUC (redatto sotto la prima amministrazione Biancheri) l’edificabilità delle zone collinari con pesanti modifiche proposte dalla stessa nuova maggioranza.
Soprattutto non esiste un piano/progetto che consideri il verde urbano come elemento di riqualificazione ambientale, sociale ed economico, capace di ridisegnare sia gli spazi pubblici che quelli abitativi e commerciali.
Gli interventi si limitano alla sostituzione degli alberi abbattuti con scelte botaniche ancora una volta discutibili, sia per speci (palme che hanno chiome ridotte) che per dimensioni (lecci di via Padre Semeria!!) ma soprattutto sono interventi “isolati” che non fanno parte di una visione più ampia ed unitaria di riqualificazione da attuare sistematicamente attraverso un piano.
Per rendere quantificabile il servizio fornito alla comunità dal verde pubblico e privato bisogna considerare quali sono le sue caratteristiche qualificanti:
– salubrità dell’aria: – grazie alla sua capacità di stoccaggio/sequestro della co2 e della successiva trasformazione in ossigeno;
– attenuazione degli eventi metereologici come: – la capacità di ridurre enormemente le conseguenze di precipitazioni particolarmente intense grazie all’apparato fogliario prima che raggiungano il suolo, – la conseguente dilazione nel tempo della caduta a terra delle precipitazioni evitando al sistema fognario uno smaltimento superiore alla sua portata massima, – le caratteristiche drenanti delle superfici verdi che favoriscono la dispersione delle acque piovane e la loro graduale restituzione sotto forma di vapore acqueo, – l’ombra fornita dalla chioma che riduce sensibilmente l’irraggiamento solare delle superfici pavimentate e degli edifici con risultati in termini riduzione della temperatura e di abbattimenti dei consumi energetici per il condizionamento.
La valutazione del verde pubblico come strumento fondamentale per la qualificazione non solo estetica ma anche sociale ed economica è la direzione verso cui sono e stanno andando le politiche di un numero sempre più grande di città sia italiane che straniere, con esempi veramente importanti (un esempio tra tanti Milano con il parco della biblioteca degli alberi).
Il verde urbano in quanto bene comune deve essere oggetto di una progettazione condivisa che esca dalla logica delle scelte del momento e guardi agli esempi qualificanti caratterizzati da un nuovo valore sociale”.