Una storia di stenti, di ostacoli, ma anche di fede e speranza, quella legata alla chiesa russa del Cristo Salvatore, nel quartiere della Foce di Sanremo, che è stata raccontata a Riviera Time dal rettore, padre Denis Baykov.
“La chiesa fu voluta da Marina Alexandrovna” esordisce padre Denis. Proprio quella stessa imperatrice a cui è intitolato, da diversi decenni, il lungomare più apprezzato della città. All’epoca erano diversi gli aristocratici, ma non solo, che dalla Russia andavano in vacanza a Sanremo, o vi si trasferivano.
Il senso di appartenenza era così forte che si decise di costruire questo edificio religioso, uno dei pochi in Italia a rappresentare lo stile barocco moscovita, proprio di fronte all’allora stazione dei treni, perché potesse essere ammirata da chiunque giungesse in città. Le costruzioni iniziarono nel 1910. Ci volle poco più di un anno per ultimare i lavori, o meglio, per inaugurare prematuramente la chiesa: la costruzione, infatti, non fu mai veramente portata a termine, motivo per cui, negli ultimi anni, sono stati effettuati vari interventi.
Con l’avvento della Rivoluzione d’Ottobre, il potere dei russi all’estero fu limitato e la comunità perse potere nella Città dei Fiori, fino a riuscire a malapena a mantenere aperta la chiesa, nella quale veniva celebrata una Messa al mese. Sembrava che la storia della permanenza russa a Sanremo fosse giunta al suo capolinea, ma i fedeli non si persero d’animo.
Più tardi, infatti, con la caduta dello Stalinismo, i confini furono annientati, riportando splendore e vigore nelle mani degli aristocratici, e non solo: diversi emigranti post sovietici arricchirono l’assemblea sanremese, donando a essa e al santuario una nuova vita. In particolare, negli ultimi anni la generosità dei turisti e dei fedeli ha portato l’edificio ad affrontare quei lavori mai terminati e, dopo quattro anni di impalcature, si prospetta che entro agosto la costruzione sia terminata definitivamente, a esattamente 109 anni dal posizionamento della prima pietra.