Sinistra Italiana torna sulla questione del porto turistico di Imperia e risponde con un comunicato alle critiche dell’amministrazione:
“Incuranti del monito giunto dagli esponenti della lista Obiettivo Imperia che ritengono che il diritto di critica sia riconosciuto in ragione degli ultimi risultati elettorali, offriamo ai cittadini imperiesi alcune riflessioni sulle recenti vicende che riguardano il porto turistico.
Agli esponenti della maggioranza che governa la città ricordiamo solo che il risultato delle elezioni di un anno fa ha sancito chi è chiamato a governare e chi ha il ruolo di opposizione, dentro o fuori dalle assemblee elettive. Noi quel risultato lo rispettiamo assumendo il ruolo che ci ha assegnato. Chi governa deve essere cosciente della responsabilità che ha assunto e deve rispettare, anche con l’ascolto, le critiche delle opposizioni o dei cittadini, a volte anche pungenti, ma che sono una parte fondamentale della democrazia.
Farsi scudo dei risultati elettorali per denigrare le idee altrui, senza entrare nel merito delle critiche ricevute, è sintomo non solo di scarsa dimestichezza con i meccanismi democratici ma talvolta, di assenza di argomenti. Ci auguriamo quindi che, se riterranno di farlo, i sostenitori dell’amministrazione Scajola vogliano confrontarsi con le opposizioni nel merito delle questioni e non con il pallottoliere.
La sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso per revocazione (ultima forma di opposizione ancora proponibile), presentato dalla curatela fallimentare della Porto di Imperia spa, mette un punto fermo sulla complessa vicenda del porto turistico. Il Consiglio di Stato ha confermato la decadenza, decretata dal dirigente al demanio del Comune, della concessione demaniale alla Porto di Imperia spa per la costruzione e la gestione cinquantennale del bacino portuale e delle imponenti opere edilizie previste nel progetto. Questa sentenza sancisce quindi che il porto turistico è finalmente “franco” rispetto agli interessi speculativi che avevano determinato la partecipazione dei privati alla costruzione e gestione dello stesso con il drammatico esito per la città. Un esito dovuto anche, ma non solo, al suo mancato completamento.
Ora che il porto è tornato senza possibilità di appello nella disponibilità della città di Imperia, ci si aspetterebbe che il Comune agisse nell’interesse degli imperiesi, avviando un efficace e rapido percorso per il suo completamento con un progetto privo di anacronistiche opere edilizie speculative e per consolidarne la gestione pubblica.
Solo in questo modo, a nostro giudizio, ci si potrà finalmente mettere alle spalle la nebulosa e fallimentare vicenda del “porto delle nebbie più grande del mediterraneo”, partorita dalle ambiziose quanto fallimentari visioni politiche dell’allora ministro ed ora sindaco Scajola. Il sindaco ha infatti la straordinaria e forse immeritata occasione di porre rimedio all’enorme danno causato dalle sue scelte passate, sulle quali ha abilmente glissato durante la campagna elettorale.
Ma perché ciò avvenga è necessario che gli interessi speculativi edilizi e quelli sulla gestione dello scalo portuale, usciti definitivamente dalla porta con la decadenza della concessione, non rientrino dalla finestra, come è invece legittimo temere considerando quanto detto dal sindaco sino ad oggi ed i primi atti della sua amministrazione.
La scelta di rinnovare per un solo anno la concessione demaniale alla società comunale Go Imperia e le insensate dichiarazioni di Scajola contro le cause che la società ha intentato contro quei possessori dei posti barca che da anni si rifiutano di pagare gli oneri condominiali portuali alla società pubblica, fanno se mai pensare al tentativo di lasciare la porta aperta a qualche operazione che, al solito, penalizzerebbe l’interesse pubblico a favore di qualche soggetto privato amico. Insomma, nulla di nuovo rispetto a quanto visto in passato e con esito prevedibile.
Invitiamo il sindaco a non farsi ammaliare dal suadente canto delle sirene della speculazione. Se proprio sente l’esigenza di riflettere sulle strategie portuali, può sempre farlo con il sottofondo del gracidio proveniente in questi giorni dagli unici “fruitori” dei parcheggi sotterranei, che lo stesso ritiene si possano rendere nuovamente agibili semplicemente svuotandoli da ciò che costituisce l’habitat naturale degli anfibi e non, invece (e più logicamente), risolvendone i gravi problemi strutturali.”