“Alla vuota demagogia della Cgil, preferisco senz’altro la concretezza di questa amministrazione: tra dover fare scelte dolorose per il sistema per mancanza di specialisti oppure chiedere a chi è in pensione di tornare a svolgere l’attività, io scelgo la seconda opzione. Non si tratta di contrapporre i giovani medici con quelli in pensione: la scelta compiuta è un’estrema ratio per far fronte a un’emergenza non solo ligure ma nazionale, sapendo che anche i finanziamenti di Regione Liguria sulle borse di studio per i giovani medici produrranno effetti solo tra qualche anno”. Così la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale in merito alla nota diffusa dalla Cgil circa la possibilità per i medici in quiescenza di rientrare in servizio.
“Ricordo alla Cgil – aggiunge la vicepresidente Viale – che il problema del cosiddetto “imbuto formativo” tra i laureati in medicina e i posti in specialità è risalente nel tempo. È assurdo imputare alla Giunta una mancanza di negoziazione col governo per l’assunzione di giovani medici: è da cinque anni che le Regioni hanno proposto a livello nazionale soluzioni alternative senza che mai venissero prese in considerazione. Dov’era il sindacato quando, fino a un anno fa, governava il centrosinistra?”.
Alle accuse sulla presunta mancanza di assunzioni di infermieri, la vicepresidente replica: “È falso che non ne abbiamo assunti. Le procedure sono in corso, lì da vedere. Grazie al concorsone ne abbiamo già assunto 500 su tutto il territorio ligure ed entro quest’anno partirà anche il concorso per gli oss, mai fatto in precedenza”.
In merito poi all’affidamento ai privati della gestione degli ospedali di Albenga, Cairo Montenotte e Bordighera, l’assessore aggiunge: “Questa giunta ha salvato i tre ospedali del ponente altrimenti destinati alla chiusura grazie alla gestione privata sotto rigoroso controllo pubblico, tutelando il personale. Su questo tema la Cgil ha perso ogni credibilità: o si è contro sempre o non si può esserlo a orologeria, visto che la stessa Cgil – conclude – non ha sollevato alcuna obiezione ad un’altra privatizzazione, quella decisa dall’Isah di Imperia, senza chiedere alcuna garanzia certa per i contratti dei lavoratori”.